Praia a Mare, i parenti dei morti della Marlane_marzotto: "Omicidio come alla Thyssen"

CATANZARO, 5 GIU – Gli ottanta operai dell'ex Marlane-Marzotto di Praia a Mare morti per tumore sono stati ''uccisi come i lavoratori della Thyssen Group di Torino'' e per questo motivo ai 13 imputati nel processo in corso a Paola (Cosenza) si deve contestare il reato di omicidio volontario con dolo eventuale.

Nel processo sono imputati, tra gli altri, funzionari e dirigenti dell'azienda tessile ai quali attualmente sono contestati a vario titolo i reati di omicidio colposo, lesioni colpose e disastro ambientale. I legali di parte civile hanno pero' presentato una istanza alla Procura di Paola ed alla Procura Generale di Catanzaro con la quale si chiede di modificare il capo d'imputazione e di spostare la competenza del processo dal tribunale alla Corte d'assise.

I familiari degli operai morti sono assistiti da un gruppo di legali, capeggiato dall'avvocato Lucio Conte, che per diverso tempo hanno analizzato gli atti dell'indagine e le consulenze disposte dalla Procura di Paola. E dagli atti del processo emergono una serie di elementi secondo i quali i dirigenti della Marzotto sin ''dal 1970 – ha detto Conte – sapevano che l'uso senza precauzioni di alcune sostanze tossiche avrebbe provocato dei tumori. Emerge quindi un comportamento doloso e per questo motivo abbiamo chiesto che venga contestato il reato di omicidio volontario''. Dagli atti del processo e dalle numerose consulenze tecniche disposte dalla Procura emerge, secondo i legali di parte civile, che esisteva la ''consapevolezza, da parte dell'azienda, del rischio di morte degli operai''.

Ma la posizione dei legali di parte civile si spinge fino al punto di affermare che gli operai di Praia a Mare sono ''stati uccisi – hanno aggiunto – come quelli dello stabilimento della Thyssen Group di Torino. E visto che la situazione e' praticamente identica allora e' bene che anche nel processo in corso a Paola ci sia la stessa linea giuridica adottata a Torino''. Dal gruppo di avvocati e' stata rivolta anche una esortazione alla Procura di Paola perche' e' ora di ''aprire gli occhi – ha detto l'avvocato Salvatore Staiano – perche' in passato ci sono state enormi responsabilita' da parte di chi doveva vigilare su questa vicenda. Siamo convinti che la nostra istanza e' fondata ed andremo fino in fondo perche' ci venga accolta''.

Dalle numerose testimonianze di ex operai emerge un quadro assai desolante delle condizioni di lavoro nell'ex stabilimento di Praia a Mare. ''Gli operai – ha aggiunto l'avv. Conte – lavoravano senza alcun tipo di protezione e non sono mai stati sottoposti a visita medica. Dal reparto tintoria si propagavano sostanze tossiche e cancerogene e l'unica difesa concessa agli operai era un busta di latte per disintossicarsi. Dai fusti dei colori utilizzati nella tintoria venivano staccate le etichette per non far conoscere i prodotti utilizzati e le controindicazioni''.

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