Prato: giallo uccisi, sequestrati i fucili padre

PRATO – Uccisi a colpi di coltello e fucile, vittime di una furia sanguinaria che ha lasciato tracce anche sul soffitto. E' questa l'ipotesi che sembra prendere corpo tra gli inquirenti che da ieri indagano sulla morte di Sara Baldi e Imad Merouane, lei pratese di 23 anni che studiava per diventare infermiera, lui imbianchino, marocchino di 28. Abitavano insieme al primo piano di via Ariosto 17 a Prato, e li' ieri mattina sono stati trovati ormai senza vita dal padre di Sara, distesi su un materasso nel soggiorno. Vicino c'era una valigia che avevano preparato per una breve vacanza in montagna.

Oggi i carabinieri hanno sequestrati due fucili da caccia, appartengono a Roberto Baldi, padre della giovane. Li aveva nella sua abitazione, al piano terreno dello stesso stabile, sotto alla casa della figlia, regolarmente denunciati visto che l'uomo e' un cacciatore. Baldi e' stato sottoposto al guanto di paraffina. Al momento tuttavia, secondo quanto si apprende, non ci sono indagati ne' ipotesi di reato definite.

A dare una svolta al caso, che pero' ha ancora tutti i contorni di un giallo, sono stati oggi i primi esiti dell'autopsia: difficile immaginare un omicidio-suicidio o una lite degenerata nel sangue, le prime ipotesi circolate ieri, viste le ferite da arma da fuoco trovate sui cadaveri. In particolare, per il medico legale Alberto Albertacci la ferita sulla testa di Imad e' compatibile con un'arma da fuoco, forse un fucile a pallini. Lo stesso per il colpo sul petto di Sara, vicino al cuore.

La coppia e' morta intorno all'una di notte, Sara poco prima di Imad. A insospettire gli inquirenti – i titolari dell'inchiesta sono i pm Eligio Paolini e Roberta Pieri – anche l'assenza di testimoni o vicini di casa che abbiano sentito urla e rumori e la mancanza di segni di scasso sulla porta dell'appartamento. Altri chiarimenti potrebbero venire dal sopralluogo del Ris di Roma previsto in serata in via Ariosto: dovranno ricostruire la scena del delitto esaminando le tracce di dna e le inclinazioni degli schizzi di sangue sulle pareti.

La famiglia Baldi ha gia' sofferto una morte violenta: trent'anni fa il cugino di Roberto, Stefano, fu ucciso a soli 24 anni dal mostro di Firenze insieme alla fidanzata Susanna Cambi, 26 anni. La sera del 22 ottobre 1981 si erano appartati in macchina in una strada di campagna vicino a Calenzano (Firenze) e non riuscirono a sfuggire alla Beretta calibro 22. Fu la terza coppia uccisa dal mostro che poi colpira' fino al 1985, uccidendo complessivamente 16 giovani.

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