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Prato: prof e alunno hanno concepito quando lui aveva 13 anni e mezzo?

di Daniela Lauria |12 Marzo 2019 15:51

Prato: prof e alunno hanno concepito quando lui aveva 13 anni e mezzo?

Prato: prof e alunno hanno concepito quando lui aveva 13 anni e mezzo?

PRATO – Il Dna lo ha confermato: il bimbo dato alla luce ad autunno 2018 dall’insegnante di Prato, sotto indagine per atti sessuali con un minore, è figlio del ragazzino di 15 anni col quale la donna avrebbe avuto una relazione. Bimbo che oggi ha 5 mesi e che, se si sommano i mesi di gestazione, sarebbe stato concepito quando il ragazzino si suppone avesse appena 13 anni e mezzo, o poco più. Quei pochi mesi potrebbero cambiare di molto la posizione della prof, perché al di sotto dei 14 anni scatta il reato. Eccezionalmente, i giovani di 13 anni possono avere rapporti sessuali con persone più grandi di loro purché il divario di età non sia maggiore di tre anni, quindi con i sedicenni ma non con i diciassettenni. Di certo non con una 35enne, tale è l’età anagrafica della prof.

Se all’epoca delle ripetizioni di inglese, era la primavera del 2017, il ragazzino avesse invece già compiuto 14 anni allora la situazione sarebbe ben diversa. È legale avere rapporti con persone di 14, 15, 16 o 17 anni, benché si tratti di minorenni. Non importa il divario di età che c’è. Purché,ovviamente, il minore sia consenziente e capace di intendere e volere. Ecco perché per i pm Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, attribuire la paternità del bimbo è uno degli elementi fondamentali per definire i rapporti tra la donna e il ragazzino.

“La verità dei fatti secondo noi prescinde da questo risultato – ha detto uno degli avvocati della professoressa – ed è per questo che abbiamo chiesto che sia sentita subito dagli investigatori”. La donna e i suoi legali hanno fatto richiesta di rilasciare dichiarazioni spontanee, quindi già nel pomeriggio di lunedì la procura di Prato ha convocato la 35enne. L’insegnante è stata sentita circa due ore e mezzo e l’interrogatorio è stato secretato.

La professoressa è arrivata in procura con il marito, che tra l’altro ha riconosciuto il bambino come proprio, passando da un’entrata secondaria mentre i suoi avvocati hanno raggiunto gli uffici dei pm dall’ingresso principale, passando davanti a telecamere e giornalisti ma senza rilasciare dichiarazioni. “Non possiamo dire niente: l’interrogatorio è stato secretato”, hanno detto uscendo gli stessi avvocati.

Le indagini, come è noto, sono scaturite da una denuncia dei genitori del 15enne, presentata un paio di settimane fa. La famiglia del ragazzo si è attivata in seguito alla nascita del bambino, circostanza che la 35enne avrebbe fatto presente al 15enne mettendolo in crisi. Di qui la scelta del ragazzino di aprirsi coi genitori e la successiva denuncia. Le indagini punterebbero ora a ricostruire il contenuto dei cellulari di entrambi i protagonisti.

Ma cosa ne sarà del bambino? La madre potrebbe chiedere il disconoscimento della paternità entro un mese: il termine è di sei mesi dalla nascita e il piccolo ha già 5 mesi. Il marito della donna e padre legale, potrebbe fare altrettanto fino al compimento del primo anno di età del bimbo. Il quattordicenne, che sarebbe il padre biologico, non può invece fare causa direttamente ma può chiedere al pm di agire, sempre tramite i suoi genitori. Una volta conclusa la causa, potrà poi riconoscere il figlio. Il bimbo potrà a sua volta chiedere il disconoscimento in qualsiasi momento, una volta raggiunta la maggiore età. 

Fonte: Adnkronos

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