ROMA – Ad essere assunti saranno tra i 120 e i 140mila precari della scuola. Ma quali? Il governo ci sta mettendo le mani e punta ad assumere prima di tutto quelli “utili” ovvero quelli che insegnino materie che sono ancora previsti dagli attuali programmi scolastici. Verranno certamente assunti i supplenti che hanno lavorato per più di tre anni su un posto vacante e che hanno fatto e vinto il ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Non tutti però: restano fuori i docenti di materie oramai eliminate.
Ovviamente ad essere assunti saranno tanti altri. Quello su cui punta il governo con il decreto è “cucire sulla scuola il vestito delle assunzioni”. Ovvero trovare un modo di pescare i prof giudicati più utili all’interno delle graduatorie evitando quelli di materie e provenienze geografiche non richieste. La questione non è banale: tra i 500mila precari in lista, infatti, sono pochi i docenti di matematica (meno di quelli richiesti) e tanti quelli di discipline che negli attuali programmi sono marginali o assenti.
Ad essere avvantaggiati saranno i docenti che hanno titoli di abilitazione: diplomati magistrali, Pas (percorso abilitanti speciali) e Tfa (tirocinio formativo attivo). I 200 docenti di terza fascia, i non abilitati resteranno quasi certamente fuori. A contare, in ogni caso, non sarà solo l’anzianità: un criterio questo che svantaggerebbe i più giovani indipendentemente dal merito
Il decreto, come scrivono Lorenzo Vendemiale e Flavia Amabile sulla Stampa interesserà anche la carriera una volta entrati dentro la scuola:
E ci sarà anche il nuovo sistema di progressione di carriera: scatti di anzianità per tutti (il governo ha capito di non potervi rinunciare) e di merito per i docenti che acquisiscono crediti formativi e didattici, ma a discrezione del dirigente scolastico. Anche questo capitolo è oggetto di attrito con la categoria: gli insegnanti temono di vedersi ridotto lo stipendio, i sindacati sono sul piede di guerra per non essere stati consultati.
La partita, sempre secondo Vendemiale e Amabile è anche politica e riguarda la questione ricorsi, quella che rischia di bloccare il decreto:
Le grandi sfide in corso sono due. La prima è politica e punta a tenere insieme le diverse anime del Pd e pezzi di centrodestra. La seconda sfida è la più difficile, è lo spettro dei ricorsi che aleggia su qualsiasi impercettibile questione che riguardi le assunzioni nel settore pubblico, figurarsi una riforma come quella che il governo Renzi vuole approvare.
Per questo motivo si sa che i precari che verranno assunti saranno tra i 120 e i 140mila ma il numero esatto non sarà contenuto in alcun documento. Fra gli assunti ci saranno i supplenti
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