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Pregliasco: “A Natale pranzi e cene senza nonni. Terza ondata a febbraio”

Il direttore sanitario del Galeazzi di Milano: “Le chiusure non abbatteranno i contagi, ma permetteranno tra un mese qualche giudiziosa riapertura”.

Gli italiani devono rassegnarsi a un Natale in famiglia, ma nel senso più stretto del termine, senza nemmeno poter avere i nonni a tavola. È il monito che il virologo Fabrizio Pregliasco lancia in un’intervista a La Stampa nella quale assicura che “le chiusure stanno funzionando e le nuove zone rosse e arancioni proseguono nella direzione giusta”.

“Ora” dice, “bisogna investire per evitare altri guai a gennaio. Purtroppo si è persa la capacità di tracciamento. Nella prima ondata i dati erano sottostimati di circa dieci volte, ora potrebbero essere il doppio perché si fanno i tamponi anche agli asintomatici”.

Secondo Pregliasco, la seconda ondata è “alla fine della crescita esponenziale, cioè all’appiattimento della curva. Le misure stanno funzionando e per questo ha senso continuare in Campania, in Toscana e ovunque necessario”.

Le chiusure, ammette, “non abbatteranno i contagi, ma eviteranno il caos e tra un mese si potrà fare qualche giudiziosa riapertura”. A Natale, avverte, “non dovremo ripetere gli errori estivi. Ogni contatto rimarrà a rischio. So che sarà dura, ma per il cenone e il pranzo i nonni sarà meglio lasciarli a casa. Genitori e figli al massimo”.

“Terza ondata a febbraio” dice Pregliasco

Sempre Pregliasco, parlando questa volta a Il Giornale, lancia però l’allarme: “Con l’arrivo del Natale, il rischio è che la politica sia tentata di sdrammatizzare la situazione come successo in estate, per rilanciare l’economia. Questo non deve assolutamente succedere. Adesso bisogna organizzarsi per la terza ondata che arriverà a febbraio”. (fonte AGI)

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