Fabrizio Pregliasco auspica che le scuole possano aprire due settimane dopo, così da mitigare la diffusuione del Covid. Il virologo docente all’università Statale di Milano lo ha detto all’AdnKronos Salute: posticipare la riapertura delle scuole “effettivamente sarebbe un intervento che potrebbe mitigare un pò la diffusione» dei contagi Covid, considerando che “i bimbi già con la variante Delta sono più coinvolti che con il virus originale e adesso c’è la Omicron” che corre. Quindi “in gran quota sono ancora suscettibili” all’infezione.
Pregliasco ha parlato facendo riferimento al confronto Governo-Regioni che ha trattato anche il tema del ritorno a scuola.
Pregliasco: “Rimandiamo di 2 settimane ritorno a scuola per far decollare la campagna vaccinale dei 5-11enni”
Per quanto bisognerebbe rimandare il ritorno in classe, viene chiesto a Pregliasco che spiega: “Una settimana almeno, meglio 2. Il tempo servirebbe per sfruttare anche per far decollare la campagna vaccinale rivolta ai 5-11enni”.
L’esperto piega ancora: “Anche guardando ai dati si vede come sono coinvolti” i giovanissimi “in termini percentuali. Quindi” ritardare il rientro in aula “potrebbe essere una scelta ragionevole. La priorità è la scuola in presenza, però bisogna anche valutare l’andamento dell’epidemia”.
“Immagino un 2022 ancora in mascherina ma con una convivenza migliore col virus”
Fabrizio Pregliasco, sempre all’AdnKronos parla di altri temi che hanno sempre a che fare con il Covid: “Immagino un 2022 ancorain mascherina, con la necessità cioè di continuare a rispettare il nuovo galateo anti-Covid, ma con la possibilità di una convivenza migliore col virus. Spero anche nell’efficacia e nella disponibilità di farmaci antivirali che serviranno in modo complementare ai vaccini” a contrastare Sars-CoV-2.
L’auspicio del medico per il nuovo anno “non può che riguardare quella che è la mia passione, lo studio dell’influenza. Di fatto, già con gli interventi messi in atto contro Covid-19 abbiamo compreso la necessità di una maggiore responsabilizzazione verso le malattie respiratorie. Un tempo guardavamo strano gli orientali che venivano da noi indossando le mascherine, ora ci viene chiesto di fare lo stesso” e anche per il futuro saremo chiamati a coesistere con il nuovo nemico invisibile. Del resto “una volta con l’influenza andavamo a lavorare lo stesso”, precisa Pregliasco.
“Ecco – conclude – per il 2022 confido in una nuova attenzione verso le malattie respiratorie per il peso che hanno: magari un rischio specifico basso, ma un effetto rilevante per la sanità pubblica”.