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Preside vieta la benedizione di Natale con il sacerdote a scuola

di Maria Elena Perrero |2 Dicembre 2016 8:07

Preside di una scuola vieta la benedizione di Natale con il sacerdote

BARZANO’ (LECCO) – La preside vieta la benedizione di Natale. Accade all’istituto comprensivo di Barzanò, Comune della provincia di Lecco. Qui la dirigente scolastica Roberta Rizzini ha vietato che il sacerdote entrasse nella scuola durante l’orario scolastico, spiega Anna Campaniello sul Corriere della Sera. Ma i genitori non l’hanno presa bene. E la polemica è sfociata in una discussione in consiglio d’istituto.

La preside dell’istituto, che comprende un asilo e quattro elementari e medie, non immaginava che la benedizione natalizia potesse diventare un caso.

“La scuola ha altri problemi, non credevo che mi sarei trovata a discutere di questo, ha detto al Corriere della Sera. Non ho neppure fatto una circolare. Semplicemente, durante le varie riunioni con i genitori, ho fatto sapere che l’eventuale ingresso del sacerdote poteva essere programmato prima dell’inizio della lezione oppure al termine. Non parliamo di una tradizione ma di un atto di culto vero e proprio, come tale non previsto in orario scolastico”.

 

Alla fine la dirigente scolastica ha concesso al sacerdote di entrare nella scuola per la benedizione ma al di fuori dell’orario curriculare.

“Nulla in contrario se parliamo del presepe, dei canti natalizi, della festa o dello spettacolo. Sono previsti nei nostri plessi, nel massimo rispetto delle sensibilità di tutti. La benedizione invece è un atto di culto. Non ho detto di non farla, ho cercato di mediare tra le diverse esigenze. So che per molte famiglie è importante e per questo ho pensato di far venire il sacerdote al di fuori delle lezioni. Sarei la prima ad essere presente”.

 

Il parroco, don Renato Cameroni, si è detto disponibile:

“Sono disponibile, ci mancherebbe altro, è il mio mestiere . Ma in questo caso non conta il mio parere. La decisione è della scuola ed è bene che le scelte siano prese anche con i genitori, che non sono tappezzeria quando si parla dei loro figli. Resto a disposizione, quello che deciderà la scuola farò, sono l’ultimo che deve parlare in questa situazione”.

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