Roma, preside a processo: non difese studente gay da bulli

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Luglio 2016 - 08:20 OLTRE 6 MESI FA
Preside Gassman a processo: non difese studente gay da bulli

Preside Gassman a processo: non difese studente gay da bulliPreside Gassman a processo: non difese studente gay da bulli

ROMA – Roma, preside dello istituto magistrale Gassman a processo: non difese studente gay dai bulli. Omissione di atti d’ufficio per non aver trasmesso all’autorità giudiziaria vessazioni e molestie nei confronti di uno studente gay: è questo il reato contestato a Giovanna Bertoldo, ex preside dell’istituto magistrale Gassman di Roma. Rinviati a giudizio per atti di bullismo 5 studenti minorenni. La ex preside si è difesa – segnala Il Messaggero – precisando il suo comportamento: “Sono stata messa a conoscenza di quanto era accaduto per la prima volta dai genitori del ragazzo. E dato che in un incontro mi hanno assicurato di voler denunciare, ho evitato di fare una ulteriore segnalazione all’autorità giudiziaria”.

Il suo rinvio a giudizio non è la sola sorpresa dell’iter processuale della vicenda: il Tribunale ha rigettato la richiesta di costituzione di parte civile del Gay center, ma anche della vittima. Per la delusione delle associazioni che si battono per i diritti e la tutela delle persone omosessuali: “Questo perché – spiega il portavoce del Gay center, Fabrizio Marrazzo – manca nel nostro codice penale il reato di omofobia, che vieti la discriminazione verso le persone lesbiche, gay e trans. In questo caso la magistratura fa un passo indietro rispetto alla tutela delle persone, un episodio molto grave perché riguarda una scuola e un giovanissimo che ha avuto il coraggio di denunciare e non può essere rappresentato in aula”.

La storia risale al 2014. Secondo il pm Vittoria Bonfanti, Bertoldo non avrebbe fermato i suoi studenti mentre bersagliavano un sedicenne. I bulli avevano organizzato pure un gruppo Whatsapp chiamato «We hate V.». «Ao io te l’ho detto che è f…», scrivevano tra di loro. «Infatti è un fallito», erano le risposte. Battute che ormai circolavano nell’istituto e che hanno fatto cadere il giovane in uno stato di prostrazione. Sulla chat, per settimane, avrebbero vessato il loro compagno di banco per poi riservargli in classe scherzi e un clima ostile. Allo studente era stato pure fatto sparire un motorino e preparato un appostamento in cortile. (Il Messaggero)