Presunte infiltrazioni mafiose nei parchi eolici in Sardegna: l’Antimafia vuole vederci chiaro

Pubblicato il 10 Maggio 2010 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA

Il parco eolico di Ploaghe, al centro dell'inchiesta campana "Via col Vento"

Anche la commissione Antimafia vuole vederci chiaro sulla questione dell’eolico in Sardegna, dopo l’apertura di inchieste su presunte infiltrazioni mafiose nel campo dell’energia pulita.

Lo annuncia il presidente Beppe Pisanu dichiarando di aver «disposto, su richiesta di parlamentari della commissione, soprattutto siciliani ma non solo, l’acquisizione di elementi di indagini».

A Palazzo San Macuto c’è dunque allarme per quanto trapelato nei giorni scorsi sulla gestione dell’eolico nell’isola. Mauro Pili, deputato del Pdl ed ex presidente della Regione, aveva infatti denunciato i legami esistenti tra una società che aveva presentato un progetto per l’apertura di una wind farm a Is Arenas, località balneare poco distante da Oristano, e altre società che, collegate fra loro da un sistema di scatole cinesi, conducevano a Vito e Massimo Ciancimino. Da qui il legame con l’inchiesta campana “Via col Vento”, che ha messo in evidenza i collegamenti esistenti tra Campania e Sicilia e che ha condotto al sequestro della centrale eolica di Ploaghe, cittadina poco distante da Sassari.

Ma il numero uno dell’antimafia vuole ora capire se anche l’inchiesta Eolo della procura di Roma presenta legami mafiosi.

L’inchiesta coinvolge Loris Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, Pinello Cossu, consigliere provinciale del Sulcis, Flavio Carboni, finanziere di Torralba, comune alle porte di Sassari, e Ignazio Farris, direttore generale dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna.

Le indagini della procura di Roma puntano a capire come è stata decisa la nomina di Farris ai vertici dell’Arpas. Carboni dice di averlo raccomandato al presidente della Regione, Ugo Cappellacci, mentre quest’ultimo ha dichiarato a un quotidiano sardo che la segnalazione gli era arrivata da Verdini, rivelando infatti che per la nomina «fu decisiva la segnalazione di Verdini» e che «del resto si trattava del capo del mio partito».

I carabinieri inviati da Roma hanno intanto acquisito copia della memoria del computer d’ufficio e di quello privato di un dirigente dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Porto Torres. Prova dell’allargamento dell’inchiesta.