Ennesima lite tra il capo della Protezione civile, Giudo Bertolaso e il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Enzo Boschi. Questa volta, però, volano attraverso lettere accuse pesanti riguardo al terremoto dell’Aquila: «Noi ve l’avevamo detto», a cui segue la risposta sdegnata «non è vero e sono pronto a rivolgermi alla magistratura».
Alla base della querelle, per l’appunto, un duro scambio di lettere tra Boschi e Bertolaso, pubblicate dall’Espresso. Nella prima, del 16 settembre scorso, Boschi scrive a Bertolaso e ad altri che è ora di fare chiarezza: il 6 aprile, subito dopo il terremoto, Bertolaso ha dichiarato che «in una conferenza stampa Boschi ha stabilito che non era prevedibile alcuna situazione di terremoto più violenta di quelle che si erano registrate». Non è vero, giura Boschi: «Il fatto che io possa avere escluso forti scosse in Abruzzo è assurdo». Dunque, «qualcuno ha mentito».
Cosa ha fatto la Protezione civile? Niente, lamenta Boschi. Fatto grave poi secondo Boschi è quanto accaduto intorno alla riunione della Commissione grandi rischi svoltasi a L’Aquila il 31 marzo dopo una scossa di magnitudo 4, riunione «del tutto irrituale» conclusa senza stilare un verbale. In quella circostanza, ricorda Boschi, «non si è discusso minimamente sulle azioni da intraprendere» nonostante «l’altissima pericolosità sismica» dell’Abruzzo.
Il 6 aprile, dopo la grande scossa, ecco invece il “giallo” del verbale della riunione. La Commissione viene riconvocata a l’Aquila, ricorda il presidente dell’Ingv, e Mauro Dolce, capo dell’Ufficio sismico del dipartimento, «mi mostra un testo che riporta in maniera confusa cose dette nella riunione del 31 marzo». Qualcuno «corregge il testo alla meno peggio e Dolce ce lo fa firmare per “ragioni interne”», salvo poi vederlo pubblicato sui giornali. Soprattutto dopo avere scoperto che il 30 marzo e il 1° aprile «dalla Protezione civile sono stati diramati due comunicati (recanti anche il mio nome) “tranquillizzanti” di cui non sapevo niente».
Secca la risposta di Bertolaso in un’altra lettera in cui il Capo della Protezione civile ricorda il comunicato dell’Ingv del 17 febbraio nel quale si affermava che negli ultimi anni la zona non è stata interessata da forti scosse. Ciononostante, accusa il capo della Protezione civile, Boschi «sembra solo oggi affermare che tale comunicazione doveva spingere all’adozione di immediate contromisure. Si guarda bene dal definire i provvedimenti che sarebbero stati auspicabili».
Quanto alla riunione, è stata fatta una verbalizzazione poi sottoposta alla firma di tutti, compreso Boschi che, «fino ad oggi, non ha mai sollevato obiezioni». Solo 6 mesi dopo ripropone la vicenda della firma «quasi che gli sia stata estorta». Questo «suona come un tentativo tardivo di esonero dalla propria responsabilità», conclude Bertolaso. Che, quanto alle accuse «sulla confusione e la mendicità delle notizie diffuse dal dipartimento prima, durante e dopo il sisma», minaccia di ricorrere in tribunale.