Prezzi dei farmaci gonfiati, indagata Menarini

FIRENZE, 28 LUG – Prezzi 'gonfiati' sui principi attivi usati per confezionare farmaci, che poi venivano rimborsati dal Servizio sanitario nazionale (Ssn) a un costo superiore a quello effettivo. Una truffa, questa, che durerebbe da oltre vent'anni, mentre due multinazionali ci avrebbero lucrato sopra, la Menarini di Firenze – gia' sotto inchiesta con accuse analoghe – e la filiale italiana della statunitense Bristol Myers Squibb (Bms), con sedi a Roma e Anagni (Frosinone) e 900 addetti: l'industria e' indagata per truffa dalla procura di Firenze che stamani ha fatto notificare alla guardia di finanza una richiesta di commissariamento depositata al gip.

Nella truffa la Menarini si sarebbe procurata un profitto illecito di oltre 1 miliardo di euro, mentre per Bms Italia gli investigatori, invece, stanno ancora valutando quanto. Nello stesso filone – che nasce dall'inchiesta sulla Menarini e dalle carte sequestrate nelle perquisizioni dei mesi scorsi – e' indagato per truffa anche Guido Porporati, 79 anni, presidente tra il 1979 e il 1994 di Bms Italia, manager tra i piu' in vista dell'industria farmaceutica della penisola. Porporati, gia' vicepresidente di Farmindustria, e' accusato di truffa in concorso con Alberto Aleotti, patron della Menarini. Proprio la collaborazione tra i due gruppi, e i rapporti di amicizia tra Porporati e Aleotti, sono al centro delle indagini. Porporati stamani e' stato perquisito, cosi' come altri quattro dirigenti ed ex dirigenti di Bms Italia. Tutti sono stati raggiunti nei loro domicili di Roma. Solo Porporati risulta indagato.

Secondo gli inquirenti, la Bristol Myers Squibb Italia srl sin dal 1984 avrebbe concesso al gruppo Menarini la licenza non esclusiva per il confezionamento e la vendita di farmaci preparati sulla base di principi attivi forniti a prezzi maggiorati: un'illecita sovrafatturazione dei costi sostenuti da Bms Italia per l'acquisto dei principi attivi (Pravastatina, Fosinopril, Captopril, Aztreonam, impiegati per la cura di patologie cardiache) che, secondo i pm di Firenze, inciderebbe sul costo finale dei medicinali rimborsati dal servizio sanitario nazionale. Bms Italia avrebbe cosi' collaborato, sostengono i pm, con Alberto Aleotti per aiutarlo a raggirare e indurre in errore il Comitato interministeriale prezzi (Cip) al momento di fissare il costo del rimborso dei medicinali, e il ministero della Sanita'. In base alle indagini, fino al 2003 gli acquisti, veri o fittizi, delle materie prime per Menarini sarebbero transitati attraverso una societa' estera (Scarlet, strumentale a emettere fatture gonfiate) che acquistava da societa' della holding Bms, situate una a Porto Rico e altre due nell'Eire. Poi i rapporti tra Bms Italia e Menarini sono diventati diretti.

La procura di Firenze ha acquisito documenti sui rapporti con la Menarini direttamente al quartier generale di Bms (il gruppo conta 35.000 addetti nel mondo e ricavi globali per 18 miliardi di dollari) tramite la procura federale di New York. Inoltre, nelle settimane scorse magistrati Usa, funzionari dell'Fbi e della sezione frodi del Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti hanno incontrato i pm Luca Turco, Ettore Squillace Greco e Giuseppina Mione. Non solo: le indagini sulla Menarini hanno portato gli inquirenti a interrogare Duilio Poggiolini, oggi ottantenne e gia' coinvolto nella Tangentopoli sui farmaci dei primi anni '90: cio' per un vecchio verbale del 1994 custodito alla procura di Napoli nel quale Poggiolini definisce Aleotti 'inventore' del sistema della sovrafatturazione sulle materie prime tramite societa' estere. E intanto e' in corso l'esame dell'archivio della Menarini scoperto a Lugano in una casa a cui la polizia svizzera e' risalita dal numero di serie di una chiave sequestrata a Firenze alla segretaria storica, di fiducia, di Aleotti. Da questi documenti – ci sono molti contratti – i pm sperano di trovare la 'vera' storia contabile della Menarini, e i suoi rapporti commerciali con le altre multinazionali del settore.

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