PAVIA – E’ di Pavia ed è una donna “straordinariamente normale” la prima donatrice samaritana d’Italia, colei che ha donato un proprio rene, salvando così la vita ad un paziente che ne aveva bisogno ed innescando una catena virtuosa di possibili donazioni che hanno salvato la vita ad altre persone.
Di lei non si può sapere null’altro: l’anonimato è d’obbligo in questo caso. Il genere si conosce, ma del resto due donazioni su tre vengono da donne, in Italia. Nemmeno la “samaritana” conosce il nome del paziente che vivrà grazie a lei senza più dover essere legata alla dialisi. Ma Andrea Pietrabissa, chirurgo del policlinico San Matteo di Pavia, ha parlato di lei con la Provincia Pavese:
“La grande sorpresa per me è stata quella di accorgermi che si tratta di una persona straordinariamente normale. Siamo abituati al vicino di casa “normale” che improvvisamente fa una strage, ma non siamo abituati a questo tipo di gesti. È un esempio di eroismo civico; da oggi abbiamo un esempio diverso di “normalità” ed anche il livello di fiducia nel prossimo può aumentare sapendo che il nostro vicino, come la signora di Pavia, potrebbe compiere anche un gesto così”.
Anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha avuto parole di elogio per il gesto della donna:
“È un segnale importante che speriamo apra i cuori a tante altre persone. Siamo abituati a raccontare le tragedie umane ma non a raccontare cosa sia la solidarietà vera. La prima donatrice samaritana ha innescato per pura generosità una catena virtuosa che ha portato a sei persone un’opportunità di vita con il trapianto”.
Lorenzin ha anche ricordato che
“Sono pochissimi i paesi in cui può essere effettuata la donazione samaritana; noi siamo tra questi e siamo anche l’unico Paese che prevede tale modalità in totale gratuità, senza neppure un rimborso spese, e questa è la grande ricchezza del nostro sistema”.