Processo Dell’Utri: Massimo Ciancimino non depone davanti alla Corte d’Appello

Pubblicato il 5 Marzo 2010 - 15:00 OLTRE 6 MESI FA

Massimo Ciancimino

Massimo Ciancimino non deporrà al processo di secondo grado al senatore Marcello Dell’Utri, accusato, davanti alla Corte di Appello di Palermo, di concorso in associazione mafiosa e condannato in primo grado a 9 anni per lo stesso reato.

Lo hanno deciso i giudici, respingendo l’istanza di ammissione della deposizione presentata dal procuratore generale Nino Gatto. Dopo una camera di consiglio durata oltre tre ore, la Corte ha ritenuto non assolutamente necessaria, ai fini della decisione del processo, la deposizione di Ciancimino. Si tratta sostanzialmente di un giudizio di inattendibilità nei suoi confronti.

Per la Corte le accuse sono dilatate nel tempo e, soprattutto, piene di contraddizioni mai risolte. Inizialmente Ciancimino aveva negato di avere informazioni su Dell’Utri e che solo dopo oltre un anno avrebbe parlato del senatore. Cose, inoltre, che non sapeva direttamente ma che gli sarebbero state riferite dal padre morto che, a sua volta, le avrebbe apprese da altri.

In relazione alle dichiarazioni sugli investimenti di Cosa Nostra nel complesso edilizio Milano 2 e su presunti rapporti tra Dell’Utri e gli imprenditori mafiosi Buscemi e Bonura, la Corte ha ritenuto che le cose dette da Ciancimino siano estremamente generiche. Infine, a proposito del “pizzino” finito agli atti del processo e scritto da Provenzano a Vito Ciancimino, in cui si faceva cenno al presunto interessamento “del nostro Sen.”, i giudici hanno ritenuto che essendo il messaggio del 2000, periodo in cui Dell’Utri era deputato e non senatore, è incongruo identificare il personaggio indicato nel biglietto con l’imputato. Il processo è stato aggiornato al 19 marzo per l’inizio della requisitoria del pg Gatto.