MILANO, 2 NOV – L’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che ha testimoniato oggi nel processo milanese sulla presunta truffa dei derivati stipulati da Palazzo Marino e che vede imputate quattro banche, ha ipotizzato che alcuni importanti documenti, obbligatori per legge, sul ”calcolo di convenienza” dell’operazione siano stati ”distrutti, perche’ e’ impossibile che non siano stati trovati”. L’ex sindaco ha dunque invitato la Procura ”ad indagare su questa lacuna epocale”.
Albertini, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, ha confermato che ”non e’ stato trovato nessun documento agli atti sul calcolo della convenienza per il Comune di Milano dell’operazione finanziaria”, attraverso la quale, secondo l’accusa, Ubs, Deutsche Bank, J.P. Morgan e Depfa Bank avrebbero guadagnato illecitamente 100 milioni di euro.
L’ex sindaco e’ tornato sulla ‘sparizione’ di questi documenti, parlando coi cronisti fuori dall’aula. ”Ho ipotizzato che siano stati distrutti – ha chiarito – perche’ risulta impossibile che non ci siano, perche’ erano obbligatori per legge e c’erta una squadra molto competente che se ne occupava e dunque e’ impossibile che non siano stati redatti”. Dunque, ha proseguito Albertini, ”non posso che pensare che siano stati distrutti, bisogna chiedere al pm che faccia indagini, perche’ oggi ha avuto una notizia di reato”.
Albertini ha spiegato che lui, nel 2005 quando la sua Giunta diede il via libera all’operazione, non conosceva quale sarebbe stato il guadagno per le banche. ”Nessuno – ha detto – sa quanto le banche guadagnano nelle operazioni, io sapevo qual era il tasso di interesse e che sarebbe stato conveniente, per i dettagli analitici c’era una squadra di esperti”.