Processo ultras Juve, Saverio Dominello: “Mi dissocio dalla ‘ndrangheta”

Processo ultras Juve, Saverio Dominello: "Mi dissocio dalla 'ndrangheta"
Processo ultras Juve, Saverio Dominello: “Mi dissocio dalla ‘ndrangheta”

TORINO – Colpo di scena al processo Alto Piemonte sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta al Nord Italia e nella curva della Juventus. Il presunto boss Saverio Dominello, imputato a Torino, ha detto di essersi “dissociato” dalla ‘ndrangheta.

Dominello, imputato per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione e tentato omicidio, ha parlato alla ripresa dell’udienza preliminare, durante la quale ha chiesto di rendere alcune dichiarazioni spontanee. L’uomo è il padre di Rocco Dominello, colui che, secondo l’accusa, entrò in contatto con dirigenti della Juventus (tra cui Andrea Agnelli) come tifoso bianconero, tentando di fare affari con il bagarinaggio.

“Mi dispiace che per colpa del mio nome gli Agnelli vengano tirati dentro questo show mediatico. Io rispetto a loro sono soltanto spazzatura. E gli Agnelli non sarebbero mai venuti a contatto con la spazzatura”, ha detto Saverio Dominello. 

E poi ancora: “La ‘ndrangheta mi fa schifo. Essere ‘ndranghetista è un marchio infamante, che non voglio più avere”.

Dominello, 62 anni, di Rosarno, ha detto di essersi “dissociato dalla ‘ndrangheta” “per i miei figli. Loro non sapevano nulla, ma per colpa mia stanno patendo”. Dominello si è “dissociato”, ma non si è pentito. “Non ho fatto nomi e non intendo farne”, ha detto, spiegando di non essere preoccupato per se stesso, ma per la sua famiglia. “Fuori rimangono solo le donne – ha aggiunto – E se sono persone d’onore, le donne non si toccano”.

 

Quello che riguarda i rapporti tra Rocco Dominello, figlio di Saverio, e Andrea Agnelli è solo uno dei filoni dell’inchiesta Alto Piemonte. In tutto sono 23 gli indagati, 84 i capi d’accusa: estorsioni, minacce, incendi, danneggiamenti, un sequestro di persona.

 

 

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