Processo Unipol: Fazio, Caltagirone e altri 9 assolti

MILANO – I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno assolto l’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio e altri dieci imputati, tra cui Francesco Gaetano Caltagirone e Carlo Cimbri, dal reato di aggiotaggio perché “il fatto non sussiste” nel processo sulla tentata scalata di Unipol alla Bnl. Due le condanne, scrive l’Ansa per Giovanni Consorte un anno e 7 mesi e per Ivano Sacchetti un anno e 6 mesi. In primo grado Consorte era stato condannato a 3 anni e 10 mesi. Lo staff di Consorte però specifica: “Giovanni Consorte è stato assolto con la formula perché il fatto non sussiste dall’accusa di aver manipolato il mercato scalando la banca Bnl. Dopo 7 anni la Corte d’appello riconosce la leicità dell’operazione Bnl da parte di Unipol. La Corte ha lasciato sul terreno i reati residui di ostacolo alla vigilanza e di insider trading informativo a favore di Massimo D’Alema e di Piero Fassino”.

I giudici hanno anche revocato la provvisionale che in primo grado aveva condannato alcuni degli imputati a risarcire Bbva con 15 mln di euro. I giudici hanno anzi condannato la parte civile Bbva, il Banco Bilbao, al pagamento delle spese del grado di giudizio. La Corte inoltre ha revocato le sanzioni pecuniarie disposte in primo grado a carico della Banca popolare dell’Emilia Romagna e di Hopa, riducendo anche la sanzione per Unipol che e’ passata da 720 mila euro a 420 mila euro.

Il sostituto procuratore Felice Isnardi aveva chiesto nelle scorse udienze la conferma della sentenza emessa in primo grado lo scorso 31 ottobre che aveva condannato i 13 imputati a pene comprese tra i 3 anni e 6 mesi e i 3 anni e 10 mesi di reclusione. A 3 anni e 10 mesi era stato condannato Giovanni Consorte, l’ex presidente della compagnia assicuratrice bolognese, mentre l’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio era stato condannato a 3 anni e 6 mesi. Oggi i giudici della seconda sezione della Corte d’Appello milanese hanno assolto tutti gli imputati dal reato di aggiotaggio mentre ‘sono rimasti in piedi’ solo i reati di ostacolo alla vigilanza e insider trading che hanno portato quindi a sole 2 condanne in secondo grado: quelle di Consorte e Sacchetti, il suo ex braccio destro. Assolto Carlo Cimbri, ad di Unipol, che in primo grado era stato condannato a 3 anni e 7 mesi. Assolti anche Francesco Gaetano Caltagirone (3 anni e 6 mesi in primo grado) e l’europarlamentare del Pdl Vito Bonsignore (3 anni e 6 mesi in primo grado). Assoluzioni anche per Danilo Coppola, Ettore e Iberio Lonati, per Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto, Bruno Leoni e Emilio Gnutti.

”L’Italia ha perso una banca”. E’ questo uno dei commenti rilasciati da alcuni difensori dopo la sentenza di secondo grado nel processo sulla tentata scalata di Unipol alla Bnl, con la quale sono state assolte 13 persone, tra cui Antonio Fazio. Dopo aver ‘festeggiato’ per l’assoluzione, alcuni legali hanno spiegato che ”senza l’intervento dei Pm le cose sarebbe andate diversamente per Bnl”

”Non avrei avuto alcun interesse a favorire Unipol, i nostri interessi e quelli di Unipol erano contrapposti come quelli tra venditore e compratore”, ha spiegato, davanti ai giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Milano, l’editore Francesco Gaetano Caltagirone, imputato nel processo di secondo grado sulla tentata scalata di Unipol alla Bnl e condannato in primo grado a 3 anni e mezzo di reclusione.

”Ritengo ingiusta la mia condanna, inflitta per fatti che non ho commesso”, ha chiarito Caltagirone, prima che i giudici entrassero in camera di consiglio per la sentenza, attesa nel primo pomeriggio.

”Non ho mai avuto contezza dei fatti descritti nel capo di imputazione – ha aggiunto l’editore – e i miei rapporti con Fazio sono sempre stati sul piano istituzionale, non ho mai avuto alcuna confidenza con lui e non ho mai avuto indicazioni da lui sulle mie iniziative imprenditoriali”.

E ha affermato: ”Il mio unico obiettivo era tutelare l’integrita’ dell’ investimento”. Caltagirone ha concluso il suo intervento, chiarendo anche che ”non sono mai stato condannato prima d’ora e sono qui oggi perche’ ho fiducia nella giustizia”.

Consorte invece si è detto estraneo ai fatti: “Non è intercorso alcun ”rapporto” tra ”Unipol, rappresentata da me in qualità di presidente, e i contro pattisti e le banche popolari, nel periodo ricompreso tra il 20 e il 23 maggio 2005 e comunque sino al 28 giugno 2005”.

Consorte, in una memoria scritta presentata ai giudici, ha riportato anche ”la mia agenda dei giorni indicati nella sentenza” per dimostrare l’assenza di quei ”rapporti” contestati. Inoltre, ha aggiunto, ”affermo di non aver mai ricevuto telefonate dalle persone indicate nella sentenza stessa e a conferma di tale circostanza puo’ essere chiamata a testimoniare la segretaria di presidenza di Unipol dell’epoca”. Il verdetto e’ atteso nel primo pomeriggio.

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