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Prof sostegno, in Romania ad “abilitarsi”. Trucco cattedra

di Maria Elena Perrero |20 Ottobre 2015 11:59

(Foto d’archivio)

BUCAREST – Non solo avvocati, medici e dentisti: anche gli insegnanti di sostegno adesso vanno all’estero per ottenere l’abilitazione. Meta prescelta: la Romania, ci informa Flavia Amabile sulla Stampa. Ma il ministero dell’Istruzione promette provvedimenti per evitare abusi. 

Soprattutto adesso che con la riforma della “Buona scuola” voluta dal governo Renzi vengono richieste maggiori e più approfondite competenze per chi si occupa di ragazzi con disabilità, i prof. di sostegno preferiscono spendere diecimila euro circa per pagarsi viaggio, vitto, alloggio e corso in Romania e tornare in Italia dopo due settimane con la certificazione al sostegno e persino la certificazione di conoscenza della lingua rumena di livello B2. Non poco. In Italia l’abilitazione si ottiene dopo aver superato un test d’ingresso, frequentato otto mesi di lezioni e cinque mesi di tirocinio.

Nulla di illegale, del resto, se si sceglie di andare in Romania: è la stessa procedura che è permessa agli aspiranti avvocati che vanno in Spagna a fare l’esame di Stato, evidentemente meno difficile di quello che si fa in Italia. Solo che il fenomeno si sta diffondendo a tal punto che il ministero dell’Istruzione ha intenzione di prendere provvedimenti: “Stiamo lavorando con associazioni ed esperti per prevedere una formazione seria per gli insegnanti. Aumenteremo i controlli e alzeremo i livelli del percorso di preparazione. Abbiamo previsto una formazione iniziale e durante il servizio obbligatoria per tutti coloro che lavorano nella scuola”.

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