Prosperini, sequestrati 5 conti correnti. “Domani mi difenderò”

Sul caso Prosperini spuntano 5 conti correnti riconducibili all’ex assessore lombardo, sui quali sono stati trovati circa 250mila euro. Immediato il sequestro della guardia di finanza. La somma che non sarebbe destinata, come i 230 mila euro, agli investigatori milanesi nell’ambito dell’affidamento di appalti a Tv private per contro dell’assessorato al Turismo della Regione Lombardia e che si troverebbero su dei conti svizzeri sempre attribuiti a Prosperini.

«Risponderà alle domande e mi difenderò», comunica dal carcere di Voghera Pier Gianni Prosperini accusato di corruzione, turbativa d’asta e truffa nell’ambito dell’inchiesta su tangenti pagate per la promozione in tv. Prosperini sarà sentito alle 14.30 di sabato 19 dicembre nel carcere di San Vittore, dove sarà trasferito per l’occasione dalla prigione di Voghera.

L’avvocato Ettore Traini ha fatto sapere che Prosperini ha intenzione di rispondere alle domande e di difendersi dalle accuse. Secondo il legale «c’è spazio per difendersi e per questo nel colloquio avuto oggi abbiamo deciso di rispondere al gip». Sabato sarà sentito anche il proprietario di Odeon Tv Raimondo Lagostena Bassi. Il terzo arrestato, il consulente della Pubblicis Massimo Saini, venerdì pomeriggio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel carcere di San Vittore, Saini, assistito dall’avvocato Giuseppe Ciancia, ha dichiarato al gip di non essere in grado di rispondere alle domande perché non ha ancora letto con la dovuta attenzione l’ordinanza di custodia. Con ogni probabilità Saini sarà sentito nei prossimi giorni dai pm Alfredo Robledo e Paolo Storari.

Sul caso Prosperini è intervenuto questa mattina  18 dicembre, nell’aula del Consiglio regionale, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che ha citato il caso dell’omicidio di Garlasco e l’assoluzione di Alberto Stasi per chiedere all’opinione pubblica di «coltivare l’utile arte del dubbio» sull’arresto. «Oggi Prosperini è dipinto come certamente colpevole e responsabile – ha detto Formigoni – anche sulla base della diffusione illegale di intercettazioni telefoniche coperte da segreto istruttorio che dipingono un quadro accusatorio certo e certificato».

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