Prostitute a Pompei, sindaco invoca task-force con la prefettura

Le rovine di Pompei fanno da sfondo prostituzione e il sindaco Claudio D’Alessio chiede aiuto al prefetto Alessandro Pansa per risolvere il problema che offusca «lo splendore dell’immagine che la città universale ha conquistato nel mondo». Una task-force, quindi, che dovrà essere impegnata in controlli mirati, a sorpresa e frequenti negli alberghi della città per constatare la presenza di prostitute attraverso il controllo dei registri dei clienti.

Secondo il primo cittadino «occorre un coordinamento di interforze atto a contrastare il fenomeno che dilaga per le strade e negli alberghi», ma egli stesso non può fare a meno di dichiarare la propria sconfitta non essendo potuto andare oltre l’ordinanza sindacale, del 25 febbraio del 2009. Un disperato tentativo che dichiarava fuorilegge gli adescamenti sull’intero territorio di Pompei con una sanzione di cinquecento euro, il sequestro dell’automobile a clienti e prostitute che con l’adescamento lungo le strade cittadine intralciano il traffico e mettono a repentaglio l’incolumità di cittadini e turisti.

«Mi rammarica – scrive il sindaco al prefetto- che gli sforzi che poniamo in essere come amministrazione, per debellare il problema che si manifesta in prossimità dei luoghi simbolo di Pompei, sono vani quando c’è qualcuno che sostiene questo tipo di mercato illegale e oltraggioso. Mi addolora che l’immagine di una città d’arte e di culto, conosciuta in tutto il mondo, venga mortificata e danneggiata in questo modo».

I vigili urbani, dal febbraio 2009 al febbraio 2010, hanno elevato circa cento verbali a prostitute e clienti. Sono per la maggior parte straniere le donne che, lungo via Plinio, sostano in attesa che un cliente passi e le «ingaggi» per un’ora di sesso a pagamento. Per questo, secondo D’Alessio «bisogna intervenire sugli albergatori che fittano le stanze a questo tipo di clientela  i controlli, svolti con una frequenza ravvicinata, sarebbero un ottimo deterrente per porre fine al dilagare della prostituzione».

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