ROMA – Multe anche di 600 euro per le prostitute vestite in modo da lasciar scoperte le “parti intime del proprio corpo”: lo ha deciso la Corte di Cassazione, respingendo il ricorso di una giovane straniera.
La donna era stata multata perché trovata a “passeggiare” su un viale di Bologna con il seno e il sedere scoperti. La multa, da 600 euro, le era stata fatta l’8 marzo del 2011. Quasi due anni dopo la sentenza della Cassazione.
Secondo la Cassazione questo atteggiamento non può essere considerato “un fatto lieve” e non ha alcuna importanza se i passanti si siano, o meno, accorti della circostanza che la ragazza “era in mutande che lasciavano scoperti i glutei”.
Perché si configuri il reato di atti contrari alla pubblica decenza, ha spiegato la Cassazione, non ha alcuna importanza “che detti atti siano percepiti da terzi, essendo sufficiente la mera possibilità della percezione di essi, in quanto il codice penale tutela i criteri di convivenza e decoro, che, se non osservati e rispettati, provocano disgusto e disapprovazione, come nel caso in questione”.
I giudici hanno anche dato il loro ‘placet’ all’entità della sanzione “vista la gravità della condotta, l’insensibilità della donna all’offesa arrecata alla collettività, comprovante il completo disinteresse alle interferenze che il suo comportamento avrebbe potuto determinare al comune vivere civile, nonché considerati i precedenti penali specifici a carico dell’imputata”.