Prostituzione, riti woodoo e portieri d'albergo: blitz a Rimini e Piacenza

BOLOGNA, 4 GIU – Riti woodoo per minacciare giovani donne vittime della tratta. Portieri d'albergo che arrotondano procurando prostitute d'alto bordo a clienti facoltosi. Due facce dello stesso problema, due storie per certi versi simili anche se nate in due circostanze completamente diverse, sono state al centro di due operazioni della polizia e carabinieri, la prima a Piacenza, l'altra a Rimini. A Piacenza la polizia ha scoperto un'organizzazione criminale che reclutava giovani donne in Nigeria, le accompagnava in Libia, poi le faceva imbarcare per Lampedusa. Da qui le trasportava in varie zone d'Italia, costringendole a prostituirsi per ripagare il debito che avevano contratto con la gang, stimato fra i 50 e i 70mila euro. Otto persone sono accusate di riduzione in schiavitu', sfruttamento e tratta di esseri umani: gli aguzzini non esitavano a far leva sulle credenze delle giovani, intimorendole con riti woodoo, ma anche minacciando le loro famiglie in patria. L'indagine e' partita a Crema dal pestaggio (e' stata anche sfregiata) di una di queste ragazze che voleva uscire dal giro. Soccorsa dalla polizia ha poi denunciato una banda di nigeriani con complici italiani. In manette anche la presunta ''Madame'', una nigeriana di trent'anni. Denunciati anche quattro italiani tra cui il piacentino proprietario dell'appartamento in citta' dove vivevano le ragazze nonche' due taxisti di Ascoli Piceno che secondo la Polizia accompagnavano le ragazze sulla strada e le riaccompagnavano a casa vigilando su di loro, ma con una tariffa-tassametro maggiorata. Tutto un altro scenario a Rimini, dove lo sfruttamento della prostituzione si svolgeva nei lussuosi hotel della riviera. Cinque portieri d'albergo sono agli arresti domiciliari, un altro e' all'obbligo di dimora. I portieri notturni di alberghi a cinque stelle di Rimini – le cui proprieta' e direzioni sono risultate estranee ai fatti contestati – fornivano ai clienti un servizio aggiuntivo: procacciavano infatti le prostitute, concordando con i clienti anche il prezzo delle prestazioni (fra i 150 e i 300 euro). In cambio si facevano pagare una percentuale, in genere il 30%, o, in alternativa, una prestazione sessuale gratuita. Le giovani prostitute, fra i 19 e i 30 anni, erano romene, polacche, ungheresi, ucraine e lettoni e, secondo le indagini, versavano volontariamente la quota ai portieri d'albergo, come compenso per l'opportunita' di lavoro.

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