Protesi al seno nocive: in Italia sono cinquemila

Pubblicato il 22 Dicembre 2011 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Si allarga sempre di piu' il numero di possibili donne a rischio per l'impianto delle protesi al seno francesi Pip: l'80% infatti e' stato esportato all'estero, soprattutto in Gran Bretagna, Spagna e America Latina (Brasile, Argentina, Cile, Colombia e Venezuela). A spiegarlo e' il 'New York Times'.

Anche se le autorita' inglesi hanno invitato le donne a non farsi espiantare le protesi perche' non e' dimostrato il rischio di cancro, sono piu' di 40mila le donne britanniche che ce le hanno. Negli Usa sembrano che non siano state vendute, ma la Food and Drug administration sostiene non vi sia la prova della dannosita' delle protesi.

In Brasile invece l'ente nazionale di vigilanza sanitaria ha proibito l'importazione delle protesi pip e il loro uso dall'aprile 2010 dopo i dubbi e le preoccupazioni emerse in Francia sulla loro sicurezza.

In Cile l'Istituto di salute pubblica stima che siano 1000 le donne con le protesi da contattare cui far rimuovere l'impianto nel caso si sia rotto. Le autorita' cilene hanno altresi' chiesto alle donne con l'impianto di sottoporsi ad esami annuali.

In Italia invece sarebbero circa 4-5mila le donne con questo tipo di protesi. La preoccupazione per le protesi al silicone Pip e' nata dopo che si e' verificato in Francia un tasso di rottura doppio rispetto alla media, e il caso di una donna morta il mese scorso per una rara forma di cancro, l'ottavo caso del genere.

''Se si rompe la protesi – spiega Laurent Lantieri, chirurgo plastico parigino – c'e' una pericolosa quantita' di silicone in circolo nel corpo''. In Francia, delle circa 30mila donne con le protes .