ROMA, 27 DIC – Il Codacons, pur apprezzando lo sforzo del ministero della Salute nella vicenda delle protesi al seno pericolose, ritiene che in Italia si sia fatto poco per tutelare la salute delle donne che hanno subito l'impianto di tale prodotto.
Dal parere del Consiglio Superiore di Sanita' si evince come gia' dal 2001 le protesi Pip fossero state riempite con gel di silicone dalla composizione differente rispetto a quella descritta nel ''file tecnico'', spiega l'associazione.
Inoltre, dal 2007 al 2010, nonostante fossero note le criticita' di tale prodotto, ''le autorita' italiane – aggiunge il Codacons – non solo non hanno adottato alcun provvedimento a tutela delle pazienti, ma non hanno nemmeno realizzato tempestivamente un registro nazionale degli impianti'', come raccomandato dal Parlamento Europeo, che invitava anche gli stati membri a fornire adeguate informazioni ai pazienti.
''Migliaia di donne italiane stanno vivendo nell'angoscia e temono per la propria salute – spiega il Presidente Carlo Rienzi – il Servizio Sanitario Nazionale ha delle responsabilita' oggettive nella vicenda, perché ha lasciato entrare nel nostro paese protesi potenzialmente pericolose che sono state poi impiantate nelle pazienti. Abbiamo chiesto alla magistratura di accertare perche' per 3 anni, nonostante fosse nota la pericolosita' del prodotto, non sia stato fatto nulla''. Intanto il Codacons sta raccogliendo le adesioni alla class action promossa dall'associazione per fare ottenere alle donne coinvolte nello scandalo 5.000 euro di risarcimento ciascuna.