PALERMO – Bernardo Provenzano resta al 41 bis, il carcere duro per i condannati per mafia. Il Tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto il ricorso dell’avvocato del boss, ormai in condizioni di salute gravissime: è in grado di muovere solo gli occhi, ma per i giudici potrebbe ancora comunicare con i propri familiari e dare ordini.
Il ricorso dell’avvocato di Provenzano puntava sul “cronico e irreversibile decadimento intellettivo e sulla incapacità di comunicare” del boss, elementi che farebbero venire meno la pericolosità che giustifica il 41 bis. I giudici che hanno respinto il ricorso danno per acquisito il decadimento cognitivo accertato da diverse perizie, ma, sulla base di una relazione di novembre, sostengono che il boss, se stimolato, è in grado di muovere gli occhi e dire qualche parola di senso compiuto, anche se le funzioni motore sono compromesse e Provenzano non è in grado di mantenere l’attenzione per più di qualche secondo.
Per il tribunale, il deficit mentale “non esclude in termini di certezza che il boss possa impartire direttive criminali anche attraverso i familiari”. Ricordando quando, da latitante, dava ordini attraverso i pizzini, i giudici sostengono che in un attimo di lucidità il capomafia potrebbe dare indicazioni in grado “di assumere una valenza significativa e fatte pervenire all’esterno”.