Pugile omicida a Milano, per il gip è “una bomba sempre innescata”

Oleg Fedchenko è una ”sorta di bomba sempre innescata”. Così il gip del tribunale di Milano, Cristina Di Censo, nell’ordinanza con la quale ha confermato il carcere per il pugile ucraino di 25 anni che il sei agosto scorso ha ucciso a pugni Emlou Arvesu, filippina di 41 anni, in Viale Abruzzi a Milano.

Secondo il gip ”l’ assoluta mancanza di freni inibitori della violenza, l’incapacità di contenere i propri istinti, la disponibilità di armi, elementi uniti alla prestanza fisica fanno di Oleg Fedchenko una sorta di bomba sempre innescata e pronta ad esplodere alla minima provocazione”.

Per il giudice, come si legge nella convalida della misura cautelare in carcere, gli squilibri psichici di cui soffrirebbe il giovane urcraino ”non elidono la capacità di intendere e di volere del soggetto”.

A giudizio del gip sussiste una spiccata pericolosità sociale e c’è la probabilita’ della ”reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi”. ”Fedchenko – osserva il giudice – ha ucciso una persona a lui del tutto estranea per un movente economico assolutamente sproporzionato rispetto alla gravità del suo agire. Inoltre l’aggressione denota una spietatezza non comune, indice di spiccata capacità a delinquere idonea a replicarsi anche a fronte di sollecitazioni modeste”.

A rendere necessaria la misura in carcere secondo il gip è anche lo stato di clandestinità del pugile ucraino che, a causa del permesso di soggiorno non rinnovato, potrebbe fuggire. Il gip ricorda che l’indagato fu sottoposto al trattamento sanitario obbligatorio, e che la diagnosi fu di ”psicosi reattiva breve quale disturbo di breve durata.

L’episodio psicotico una volta superato permette al paziente di tornare pienamente in sé. Sia la difesa del pugile, rappresentata dall’avvocato Francesca Santini, che la procura hanno chiesto la perizia psichiatrica.

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