Vaccini antiCovid in Puglia per amici e parenti: il Pd annuncia mille nomi ma poi fa marcia indietro: “Sono voci”

In Puglia vaccini a amici e parenti prima degli anziani? Lo denuncia il Pd locale, che parla di mille nomi. Mille nomi di persone che avrebbero fatto il vacicno prima di chi ne avrebbe diritto. Ma sono mille nomi che il deputato Marco Lacarra non è in grado di fare. Per cui è costretto a fare marcia indietro, dicendo che si tratta di “voci”.

Intanto, però, Lacarra aveva chiamato in causa la Regione perché indagasse su questo fenomeno. Per questo è stato convocato dagli ispettori della Regione. Davanti ai quali, però, ha ammesso di non poter fare quei mille nomi che aveva annunciato. E che si tratta di “voci”.

Voci che sicuramente nasconderanno un fondo di verità. Come in ogni porto d’Italia e del mondo, non solo a Bari e dintorni. Aldilà dell’ovvia considerazione che, se c’è un criterio di precedenza, andrebbe rispettato, c’è un’altra questione. Meglio avere più vaccinati oppure no? Perché accade anche che chi viene convocato per il vaccino non si presenti. Ma le dosi, a quel punto, sono già state scongelate. E non possono essere congelate. A quel punto, che fare? Buttare le preziosi dose oppure provare a sfruttarle anche in un modo non proprio ortodosso?

Puglia, vaccini a parenti e amici: la denuncia di Lacarra (Pd)

“Gravissime crepe nel piano vaccinale” e “fatti gravissimi accaduti in Puglia” relativi a “persone che non hanno alcun titolo per accedere ai vaccini anti-Covid”. E che, invece, “riescono a farselo somministrare sfruttando conoscenze e favori”. E’ la denuncia lanciata a mezzo social dal segretario regionale e parlamentare del Pd Marco Lacarra.

Lacarra agli ispettori non sa fare i mille nomi

Denuncia ridimensionata nel giro di poche ore. Quando, convocato dagli ispettori della Regione, Lacarra ha detto di non essere in grado di fornire “né nomi né circostanze certe”, ma di aver voluto esternare una “legittima preoccupazione”. Soltanto “voci”, quindi, al momento quelle riportate dal segretario Pd.

“Voci” che – aveva scritto su Facebook scatenando una bufera – se accertate, sarebbero un “crimine vergognoso”, “un’oscenità, un oltraggio ad ogni forma di senso civico e di rispetto verso chi è in condizioni critiche”. Visto il post, il presidente Michele Emiliano ha immediatamente incaricato il Nucleo ispettivo regionale sanitario (Nirs) di approfondire la cosa.

Lacarra è stato così convocato nel pomeriggio, e di fronte agli ispettori ha smorzato i toni di quelle dichiarazioni. E sostenuto di essere intervenuto su Facebook per “sensibilizzare l’opinione pubblica – riferisce lo stesso Emiliano in una nota – su questi argomenti”.

Puglia, vaccini a parenti e amici? Indaga la Regione

Comunque sulla regolarità nella somministrazione dei vaccini, già dal 26 il Nirs aveva avviato verifiche per accertare, sulla base dell’età e della professione, se tra i cittadini vaccinati si sia “intrufolato” qualche illegittimo destinatario della preziosa dose, fuori cioè dalle categorie prioritarie stabilite dal piano vaccinale nazionale.

Gli ispettori, sotto il coordinamento dell’avvocato Antonio La Scala, sono al lavoro su elenchi contenenti migliaia di nomi dalla cui analisi sarebbero emerse già alcune anomalie.

Parallelamente, intanto, prosegue l’inchiesta penale della Procura di Bari, coordinata dal pm Baldo Pisani e delegata ai carabinieri del Nas, tuttora senza indagati né ipotesi di reato. Per il momento gli investigatori si stanno concentrando sulla “fase 1” della campagna vaccinale, quella di gennaio che ha coinvolto personale sanitario ed Rsa. Degli oltre 30 mila nomi acquisiti sono in corso verifiche su circa mille che risultano fuori dagli elenchi.

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