Quanta “cacca” da 4 milioni di storni? Tutta su Roma ogni giorno. SOS bici-moto

Quanta "cacca" da 4 milioni di storni? Tutta su Roma ogni giorno. SOS bici-moto
Quanta “cacca” da 4 milioni di storni? Tutta su Roma ogni giorno. SOS bici-moto

ROMA – Quanta “cacca” da 4 milioni di storni? Tutta su Roma ogni giorno. Rischi in bici. Il cielo di Roma, l’incomparabile cielo di Roma, a guardarlo in questi giorni di autunno lungo tutti gli argini del Tevere è più fosco del solito: 4 milioni di uccelli oscurano il blu, 4 milioni di esemplari di Sturnus vulgaris volteggiano sulle cime dei platani, magari ultimando i preparativi della migrazione stagionale. A guardare in giù, invece, lungo i marciapiedi, lungo la pista ciclabile, sulla strada vicino alle macchine parcheggiate, gli effetti del carosello aviatorio sono molto meno lirici: un mare di guano, un oceano di viscide deiezioni inonda la via, sporca la strada. Mischiate all’acqua delle piogge di novembre, e a parte gli effluvi nauseabondi (e l’auto letteralmente ricoperta di cacca), sono un pericolo costante per pedoni e ciclisti, per joggers e motomuni

A Roma è vero allarme, colpa, come al solito, della mancanza di risorse disponibili. In teoria basterebbe un fischio per allontanarli: ma masse nere di storni in stormo necessiterebbero dell’’intervento di apparecchi audio strategicamente collocati in grado di spaventare con emissioni acustiche gli uccelli e costringerli a cambiare indirizzo. Disperdendosi.

Quest’anno hanno appena approvato il bilancio – spiega Francesca della Lipu, la lega italiana per la protezione degli uccelli – e da questo bilancio sarebbero stati tagliati all’ambiente la metà dei fondi, compresi quelli del Progetto Storni, che ad oggi non può essere finanziato. Se ci sono problematiche urgenti e avvenimenti straordinari il sindaco dovrà adesso provvedere con qualcosa di straordinario.

Fino a quattro anni fa il servizio caccia-storni funzionava: alla modica cifra di 100 mila euro l’anno. Una spesa, certo, ma utile, specie per garantire l’incolumità dei cittadini. D’altronde, che lo storno preferisce i platani sul Lungotevere non è una scoperta di Quark: i pali della luce gli regalano temperature più miti, la stessa illuminazione li preserva dalla caccia degli uccelli predatori. da lì, senza subissarli di fischi, non schiodano.

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