Quiz in tv: non sai nulla, pensi niente? Allora vinci. Un’ordinaria serata di “Reazione a catena”: 22500 euro a chi non trova la parola che collega Venezia e bicchiere e comincia per “A”

Liliana, Barbara e Stefania sono sedute affiancate su tre trespoli in uno studio tv, la trasmissione è quella condotta da Pupo, si chiama “Reazione a catena”, funge da “traino” al Tg1 e richiama davanti allo schermo di Rai Uno milioni di spettatori ogni pomeriggio-sera. Il gioco, perchè è una trasmissione fondata su un gioco ovviamente a premi, consiste nel trovare nella propria testa e nel comunicare al conduttore e al pubblico la parola di collegamento, quella che “lega” per senso e familiarità altre due parole che il tabellone luminoso offre ai concorrenti.

Sul tabellone ci sono scritte due parole: “carnevale” e “murano”. A voi cosa viene in mente che colleghi le due suddette parole? Tanto più se sollecitati da 102mila euro di premio per la risposta esatta? A Liliana, Stefania e Barbara non viene in mente niente. La telecamera inquadra le dita delle concorrenti: indice e medio spasmodicamente intrecciati ad invocare la fortuna. Ma ci vuole la fortuna per collegare “carnevale” e murano” con una parola che li riguardi entrambi e che il tabellone indica iniziare per “V”? Sì, ci vuole la fortuna, perché Barbara, Liliana e Stefania dicono “vetro”. Cosa possa legare vetro a carnevale è mistero insondabile. Come facciano le tre a non pensare che “venezia” è la parola giusta è mistero ancora più profondo e tenebroso.

Espulse dal gioco le tre? Neanche per sogno, solo monte premi dimezzato a 51mila euro. Adesso devono indovinare la parola di collegamento logico tra “venezia” e “bicchiere”. Il tabellone aggiunge che la parola vincente comincia per “A”. Altra spasmodica invocazione alla fortuna, labbra che si contraggono, volti tra il disperato, espressione annaspante. Quale sarà mai la parola che lega “bicchiere” e “venezia” e che comincia per “A”? L’impresa è al di là della portata di Liliana, Barbara e Stefania. Chiedono l’aiuto del “jolly” e cioè della seconda consonante che compone la parola da indovinare. Pupo, conduttore comprensivo, si congratula per la scelta che dichiara “saggia”. Infatti senza la consonante d’aiuto che è “C” nessuno ci poteva arrivare ad “acqua” come parola che lega “venezia” e “bicchiere”. Finalmente le tre ce la fanno, dicono acqua, il “jolly” è costato loro 22500 euro di minore vincita potenziale. Ma ne restano altrettanti in palio.

Ultima prova: collegare “calda” ad “atletica”. Le tre non hanno la più pallida idea. Si dichiarano disperate, ma stavolta finalmente lo scongiuro, le dita incrociate funzionano e buttano lì, senza crederci, la parola “pesante”. È la parola giusta: “atletica pesante” e “calda”, cioè, ad esempio “lana” (così spiega Pupo) rimandano entrambe a “pesante”. Stavolta il collegamento è a fil di logica azzardato assai ma, visto che la logica minima stavolta non conta più nulla, le tre ce la fanno e vincono 22500 euro.

Morale della favola, anzi della storia vera: non sai nulla, non pensi nulla, hai il cervello vuoto, non metti in fila due parole? Perfetto, la tv dei giochi ti regala più o meno lo stipendio di un anno. Ogni giorno le varie emittenti con i vari giochi distribuiscono così due milioni di euro in media. Niente di male, evviva la festa, magari parteciparci. Un solo pensiero, blasfemo e snob si affaccia: una volta durante una pubblica manifestazione qualcuno chiese al generale De Gaulle di non premiare la stupidità. Il capo dello Stato francese guardò l’interlocutore e con molta serietà rispose: “Vasto programma”. Troppo vasto per i suoi tempi, il suo governo, il suo paese. Da noi invece, ai tempi della tv…

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