Raffaele Cutolo è morto: o' professore con la licenza elementare che fondò la Nuova Camorra Organizzata Raffaele Cutolo è morto: o' professore con la licenza elementare che fondò la Nuova Camorra Organizzata

Raffaele Cutolo è morto: o’ professore con la licenza elementare che fondò la Nuova Camorra Organizzata

E’ morto Raffaele Cutolo, ‘o professore nonostante avesse solo una licenza elementare, perché l’unico tra i suoi compagni di carcere che sapesse leggere e scrivere. Figlio di un mezzadro e di una lavandaia di Ottaviano, paesino alle falde del Vesuvio, fondò la Nuova Camorra Organizzata.

La sua carriera criminale l’ha costruita nella cornice di avventure romanzesche e forse romanzate. Poeta e duellante con la molletta dentro un carcere, pazzo per finta o per davvero, evaso dal manicomio giudiziario di Aversa.

Poi latitante, padre che vede l’unico figlio maschio ed erede ucciso dalla ‘ndrangheta; l’uomo che forse ha ispirato il celebre professore di Fabrizio De André e probabilmente ha urinato sulle scarpe di Totò Riina come racconta un pentito.

Il boss che ha sposato nel carcere dell’Asinara una donna molto giovane e che poi l’ha resa madre con l’inseminazione artificiale, aveva quattro ergastoli sulle spalle e ha compiuto 79 anni a dicembre.

Eppure trovava il modo di continuare a far parlare di sé, ciclicamente, vuoi per domande di grazia che non trovavano accoglimento, vuoi per la richiesta, recente, di affrontare la sua malattia agli arresti domiciliari.

Raffaele Cutolo, il tentativo di uscire dal carcere

Per lui neanche l’emergenza Covid è bastata ad aprire le porte del carcere. Il ricorso al tribunale di sorveglianza di Bologna del suo ultimo difensore, Gaetano Aufiero, dopo il rigetto della richiesta al magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia, è stato vano e segna il fatto che, nonostante la crisi respiratoria che a febbraio lo aveva visto trasportato all’ospedale di Parma, la cella dell’istituto di pena emiliano è rimasta la sua ultima dimora, dato che il regime di 41 bis in una stanza singola gli permetteva di avere tutti i presidi sanitari necessari.  

Raffaele Cutolo, come è nata la leggenda

La leggenda Cutolo nasce il 24 settembre 1963, quando il capoclan allora 22enne uccide durante una rissa Mario Viscito per un apprezzamento di troppo alla sorella Rosetta, la donna che lo ha affiancato anche anni dopo nella gestione del potere criminale.

Prima fugge, poi si costituisce dopo due giorni e viene condannato all’ergastolo in primo grado e poi a 22 anni in Appello, che comincia a scontare nel carcere di Napoli-Poggioreale.

Ed è in questo istituto di pena che emergono la sua personalità e il suo carisma, quando, nelle dinamiche di relazione dei detenuti, sfida a duello Antonio Spavone, una sfida con il coltello a scatto, la molletta, alla quale questi non si presentò. Cutolo diventa il protettore di tutti i detenuti.

Nel 1970 torna libero per decorrenza termini e si occupa di contrabbando di sigarette, un business lucroso che lo mette in contatto con la mala pugliese e poi con le ‘ndrine dei Mamolito, dei Cangemi e dei De Stefano.

Raffaele Cutolo e la Nuova Camorra Organizzata

Viene di nuovo arrestato nel 1971, ed è di nuovo a Poggioreale che medita la nascita della Nuova camorra organizzata. Un modello nuovo di clan, basato sui meccanismi piramidali (picciotto, camorrista, sgarrista, capozona e santista) della mafia siciliana e della ‘ndrangheta, con affiliazione attraverso rituali di ispirazione massonica e culto della personalità del capo; ma soprattutto una concenzione della criminalità organizzata ideologizzata, con una ispirazione meridionalista e ribellista, dotata però anche di una capacità economica, tanto che Cutolo vuole accanto a sé un imprenditore, Alfonso Rosanova, capace di moltiplicare il denaro che proviene dagli affari illeciti. E poi c’è l’organizzazione paramilitare, la base di picciotti giovani e spietati reclutati nel sottoproletariato desiderioso di riscatto e di denaro facile.

Raffaele Cutolo, quando divenne pazzo

Nel 1977 la Corte di Appello gli riconosce l’infermità mentale che lo porterà nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa da cui evade l’anno dopo con una carica di nitroglicerina piazzata a squarciare le mura dell’edificio.

E da questo momento partono i suoi rapporti con la malavita lombarda di Renato Vallanzasca e Francis Turatello, la rinnovata ‘amicizia’ d’affari con la ‘ndrangheta, i rapporti con la banda della Magliana.

La cocaina invade la Campania, e di pari passo la Nco penetra tutti i settori dell’economia regionale con la benedizione della politica e arriva a utilizzare i fondi Cee per l’industria conserviera.

Cutolo castellano

Nel 1980 Cutolo acquista un castello, quello Mediceo di Ottaviano, pagato 270 milioni di lire alle vedova del principe Lancelotti di Lauro, confiscato nel 1991 e ora del Comune. Tre anni dopo sposa Immacolata Iannaccone nella chiesa di cala d’Oliva del carcere dell’Asinara.

Dal 1995 è al regime del carcere duro. Ma la sua vita è stata attraversata anche dallo scontro con il cartello della Nuova famiglia, alleanza messa in piedi dal clan Nuvoletta di Marano per contrastare la sua ascesa economica e militare, che vedrà le strade del Napoletano bagnarsi dal sangue di decine di morti e feriti in agguati a ridosso degli anni ’80; i rapporti con i servizi segreti attraverso il suo fedelissimo Vincenzo Casillo, che sarà ucciso da un’autobomba, per fare da intermediario per la liberazione di Aldo Moro; il terremoto e gli appalti per la ricostruzione che costarono la vita al sindaco di Pagani, Marcello Torre, che aveva bloccato l’assegnazione di una gara a una ditta collegata alla Nco.

“Se fare del bene, aiutare i deboli, far rispettare i più elementari valori e diritti umani, se riscattare la dignità di un popolo e desiderare interamente un vero senso della giustizia rischiando la propria vita per questo è camorra, all’ora ben mi sta questa etichetta”, ha risposto tempo fa Cutolo allo storico e parlamentare Isaia Sales. 

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