Raffaele La Capra è morto: napoletano, nel 1962 scrisse Ferito a Morte. Nel 1963 il Leone d’Oro con Mani sulla città

E' morto Raffaele La Capra. Aveva 99 anni: nel 1962 scrisse Ferito a Morte sul malgoverno di Napoli. Nel 1963 vinse il Leone d'Oro come sceneggiatore con Mani sulla città dell'amico Francesco Rosi.

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Giugno 2022 - 09:53 OLTRE 6 MESI FA

 E’ morto, all’età di 99 anni, lo scrittore Raffaele La Capria. Vincitore, tra l’altro del premio Strega nel 1962 con il suo capolavoro Ferito a Morte, denuncia del malgoverno partenopeo.

Nel 1963 il Leone d’oro al Festival di Venezia per la sceneggiatura di Mani sulla città dell’amico regista Francesco Rosi. Era nato a Napoli nel 1922 e dal 1950 viveva a Roma.

Chi era Raffaele La Capria

Non un pioniere in cerca d’oro, come diceva, ma il figlio di quella Napoli, in cui nacque il 3 ottobre 1922 e in cui sarebbe cresciuto tra compagni di scuola come Peppino Patroni Griffi, Francesco Rosi, Antonio Ghirelli e il futuro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Amici, ha spesso ammesso, ”senza i quali non sarei diventato quello che sono”.

Da sempre, infatti, per La Capria vita e sentimenti personali hanno alimentato pagine e scritti, sin da quel ”Un giorno d’impazienza” del 1952 che con Ferito a morte e ‘Amore e Psiche”avrebbe poi formato la trilogia dei ‘Tre romanzi di una giornata” La sua Napoli, Roma che è diventata la sua casa, Capri con la sua bellezza malinconica e struggente, sono le sue muse (La neve del Vesuvio; Capri e non più Capri; L’occhio di Napoli;  Napolitan graffiti: come eravamo, Un amore al tempo della Dolce Vita; Quando la mattina scendevo in piazzetta).

Ma ecco poi anche l’autobiografico L’amorosa inchiesta’ con le epistole indirizzate al primo amore, alla figlia e al padre; Guappo e altri animali intitolato al suo amato cane; o A cuore aperto, memoir di convalescenza dopo l’infarto che lo colpì nel 2006, in cui La Capria ricuce lungo il filo della memoria ricordi personali, meditazioni filosofiche ed esperienze letterarie.

Le mani sulla città e la collaborazione la Wertmuller

Da quasi 60 anni accanto al grande amore della sua vita, la sua seconda moglie Ilaria Occhini, incontrata proprio l’anno dello Strega (”lo scrittore e l’attrice”, titolavano i giornali di gossip nei primi giorni dei loro incontri), La Capria ha vinto anche il Premio Campiello alla carriera nel 2001. Firma delle pagine culturali del Corriere della Sera, condirettore della rivista letteraria Nuovi Argomenti, autore di radiodrammi è stato anche co-sceneggiatore di molti film di Francesco Rosi, come Le mani sulla città e Uomini contro, collaborando anche con Lina Wertmueller per Ferdinando e Carolina.

E la vita di Dudù La Capria, come lo chiamano affettuosamente gli amici, è ancora protagonista degli ultimi lavori, da Novant’anni di impazienza. Un’autobiografia letteraria, ”regalo” per il proprio compleanno a cifra tonda, fino Ai dolci amici addio nel 2016.