BARI – Quasi 100 mila euro di finanziamento dalla Regione Puglia per un progetto di ingegneria informatica. E’ la nuova vita di Raffaele Sollecito, il giovane pugliese accusato insieme ad Amanda Knox dell’omicidio di Meredith Kercher e poi assolto sempre insieme a lei in via definitiva dalla Cassazione il 27 marzo scorso.
La laurea triennale in ingegneria l’ha conseguita nel 2008, quando era ancora rinchiuso nel carcere di Perugia. Poi un anno fa, da libero ma non del tutto, la specialistica all’Università di Verona con una tesi che analizza i flussi sul web di innocentisti e colpevolisti relativi proprio al suo caso. Ora che ha finalmente ripreso la sua vita in mano si è messo a fare l’imprenditore e a breve aprirà anche un sito internet, gentilmente foraggiato dalla sua Regione. Per questo Sollecito a Bisceglie sta ristrutturando un casale di sua proprietà, ereditato dalla mamma, per farne la sede della nuova società.
Ma le grane giudiziarie di Sollecito non sono ancora terminate. Lo scorso 4 giugno, il gup di Firenze lo ha rinviato a giudizio per diffamazione nei confronti del pm di Perugia, Giuliano Mignini, che si occupò del primo processo sul delitto Kercher. L’accusa farebbe riferimento ad alcuni passaggi del libro Honor Bound: my journey to hell and back with Amanda Knox (Patto d’onore: il mio viaggio all’inferno e ritorno con Amanda Knox), scritto a quattro mani da Sollecito e Andrew Gumbel e uscito negli Stati Uniti, nel quale racconta le vicende giudiziarie che lo hanno visto coinvolto.
Ma lui non demorde e ora, secondo quanto riportato dalla Nazione-Quotidiano Nazionale, è pronto a riscuotere i remunerativi frutti della sua (sovra)esposizione mediatica anche in Italia. Secondo il giornale, Sollecito si troverebbe in questi giorni in Lombardia con gli editor per scrivere un nuovo libro sul “travaglio interiore” vissuto in questi ultimi anni al processo.