Raggi, il Tar boccia il suo divieto, via libera in centro a velocipedi e risciò Raggi, il Tar boccia il suo divieto, via libera in centro a velocipedi e risciò

Roma, Tar boccia divieto Raggi: via libera in centro a velocipedi e risciò

Raggi, il Tar boccia il suo divieto, via libera in centro a velocipedi e risciò
Raggi, il Tar boccia il suo divieto, via libera in centro a velocipedi e risciò

ROMA – Raggi, il Tar boccia il suo divieto, via libera in centro a velocipedi e risciò. E’ sospesa l’efficacia dell’ordinanza con la quale il primo dicembre scorso il sindaco di Roma Virginia Raggi, nel regolamentare l’accesso al centro storico e nei più importanti luoghi di attrazione turistica capitolini, ha vietato “qualunque attività assimilabile al trasporto pubblico collettivo od individuale di persone, con velocipedi a tre o più ruote, anche a pedalata assistita, dotati di un motore ausiliario elettrico”, disponendo la misura cautelare del sequestro amministrativo finalizzato alla confisca nel caso di non rispetto del divieto.

L’ha deciso il Tar del Lazio con un’ordinanza con la quale ha accolto le richieste della Cooperativa sociale Smart Job. A dicembre l’udienza di discussione di merito. Il Tar, partendo dalla considerazione che “le ordinanze contingibili ed urgenti – si legge nell’ordinanza – rappresentano il rimedio approntato dall’ordinamento per far fronte a situazioni di emergenza impreviste” e ricordato che “deroghe alla normativa primaria, da parte delle autorità amministrative munite di potere di ordinanza, sono consentite solo se ‘temporalmente delimitate’ e, comunque, nei limiti della ‘concreta situazione di fatto che si tratta di fronteggiare'”, ha rilevato che “nel caso di specie, venuto meno il peculiare contesto rappresentato dall’anno giubilare, nessuno degli elementi addotti dall’amministrazione appare tale da configurare in una vera e propria ‘emergenza’, non altrimenti fronteggiabile, non apparendo giustificato, pertanto, il divieto, reiterato e indiscriminato, di svolgere un’attività lecita, ancorché soggetta ad autorizzazione”.

I giudici amministrativi, inoltre, hanno sollecitato il Comune a intervenire considerando che “permane tuttora il dovere dell’amministrazione di adottare una disciplina organica della materia”.

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