Rai ingorda, canone cala a 90 euro e Cda piange miseria

Rai ingorda, canone cala a 90 euro e Cda piange miseria
Rai ingorda, canone cala a 90 euro e Cda piange miseria

ROMA – Rai, davvero di tutto e di più. Tocca assistere anche allo spettacolo davvero al limite dell’indecoroso di un Consiglio di Amministrazione dell’azienda che con parole angosciate convoca niente meno che un vertice d’urgenza. Quale urgenza, quale dramma incombe si Viale Mazzin i e Saxa Rubra? Niente meno che il canone, sì il canone che si paga per vedere i programmi delle reti Rai.

Uscendo da un sonno letargico i consiglieri di amministrazione dell’azienda hanno scoperto quello che nella legge di bilancio 2017 c’è scritto da mesi, quello che tutti, proprio tutti, hanno annunciato. E’ di dominio pubblico da mesi che l’anno prossimo l’importo del canone da pagare alla Rai cala a 90 euro. Da mesi. Ma il Cda della Rai evidentemente non ci credeva, non credeva fosse possibile, non  leggeva i giornali, non ascoltava i telegiornali, neanche quelli di casa?

Come che sia, la “notizia” ha recato gran turbamento al Cda della Rai. Lo fanno sapere i consiglieri stessi. Turbati perché col canone calato a 90 euro annui, sostengono “possano esserci tagli agli investimenti”. Agli investimenti? Forse intendono dire agli emolumenti e soprattutto al tradizionale sovra costo rispetto al mercato di ogni produzione, servizio e attività Rai.

Occorre davvero una gran faccia di bronzo oltre a una consolidata ingordigia per piangere miseria con il canone calato a 90 euro. Il Cda Rai ha forse dimenticato (o già speso) il forte introito 2016 dovuto al fatto che il canone oggi è si paga in bolletta della luce? Il corretto abbattimento dell’evasione, i soldi in più venuti da quelli che evadevano il canone, in Rai se li sono già mangiati?

E ancora con quale faccia piangere miseria dal momento che la Rai ha il canone, il canone in bolletta, l’evasione dal canone abbattuta, e gli introiti pubblicitari? Questo piangere miseria è la confessione della incapacità in azienda di un efficiente utilizzo delle risorse. I soldi per la Rai in Rai ci sono, il fatto è che è costume, abitudine, diritto acquisito, prerogativa manageriale, presidio sindacale, professionalità diffusa…sprecarli.

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