Rapinatrice uccisa a Fermo, l’orafo: “Io incaprettato, non respiravo”

ANCONA – ''Ero incaprettato, non respiravo, ero avvolto dal nastro adesivo. Mi hanno trascinato dietro e quando gli ho detto che dovevo aprirla io la cassaforte loro mi hanno slegato le mani. Nel frattempo e' arrivato mio padre''. E' ancora molto provato l'orafo di Monte Urrano (Fermo) Francesco Cifola che al Tgcom24 racconta le fasi della rapina in cui e' rimasta uccisa la donna della banda, Rosa Donzelli, 36 anni, raggiunta da un colpo di pistola esploso dallo stesso gioielliere.

''Quando loro sono andati verso mio padre ho visto la pistola…Non ho capito piu' niente…'', ha aggiunto Cifola, che porta ancora i segni della tragica rapina: una vistosa fasciatura al braccio destro, il collare e un cerotto sulla tempia. L'uomo, infatti, e' stati ripetutamente colpito dai banditi con il calcio di una pistola che poi si e' rivelata essere una scacciacani.

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