La crisi economica e finanziaria non ha fermato la crescita dell’immigrazione in Italia: ad evidenziarlo è il dossier sull’immigrazione della Caritas/Migrantes presentato a Roma. Il numero dei migranti sul territorio nazionale ha raggiunto quota 4,5 milioni se si considerano le presenze regolari non ancora registrate e la regolarizzazione a settembre 2009 di colf e badanti. Come riportato dal Corriere della Sera, le previsioni dell’Istat mostrano che nel 2050 l’Italia sarà chiamata a convivere con ben oltre 12 milioni di immigrati. Franco Pittau coordinatore del dossier sull’immigrazione della Caritas/Migrantes spiega che la presenza di questi migranti «sarà necessaria per il funzionamento del paese».
Il rapporto della Caritas-Migrantes mostra che un abitante su 14 (7,2%) è di cittadinanza straniera, e l’incidenza è maggiore tra i minori e i giovani-adulti (18-44). Inoltre, l’aumento annuo di 250mila unità, considerato nelle previsioni dell’Istat come scenario alto, è risultato inferiore a quanto effettivamente avvenuto: +458.644 residenti nel 2008, ovvero +13,4% rispetto all’anno precedente.
Nel rapporto, emerge che il numero dei cittadini stranieri residenti in Italia, incluse le presenze regolari non ancora registrate in anagrafe, ha raggiunto quota 4.330.000 (nel 2005 erano 2.670.514 e, a fine 2008, 3.891.295). I migranti, si legge nel documento, incidono tra il 6,5% (residenti) e il 7,2 (totale presenze regolari) sull’intera popolazione; ma il dato arriva al 10% se si fa riferimento alla sola classe dei più giovani (minori e giovani fino ai 39 anni). Se poi si tiene conto che la regolarizzazione di settembre 2009, pur in tempo di crisi, ha coinvolto quasi 300mila persone nel solo settore della collaborazione familiare, l’Italia oltrepassa abbondantemente i 4,5 milioni di presenze: siamo sulla scia della Spagna (oltre 5 milioni) e non molto distanti dalla Germania (circa 7 milioni). Il 2008 è stato il primo anno in cui l’Italia, per incidenza degli stranieri residenti sul totale della popolazione, si è collocata al di sopra della media europea. Tra le nazionalità degli immigati residenti, continua a prevalere la presenza di origine europea (53,6 %, per più della metà da Paesi comunitari)seguono poi gli africani (22,4), gli asiatici (15,8) e gli americani (8,1).
Per quanto riguarda le donne, il rapporto spiega che in Italia un milione di donne immigrate si prendono cura delle famiglie del Belpaese. Il documento sottolinea come «la regolarizzazione realizzata a settembre 2009 e chiusa con 294.744 domande di assunzione di lavoratori non comunitari come collaboratori familiari o badanti (queste ultime pari a un terzo del totale), seppure tempestata di polemiche nella fase di approvazione, abbia evidenziato ancora una volta la complementarità tra esigenze della popolazione italiana e disponibilità di quella immigrata». Inoltre, continua il rapporto, con alcune ulteriori accortezze, il provvedimento «avrebbe consentito l’emersione di un numero maggiore di persone, con benefici innegabili non solo per esse e per le famiglie da assistere, ma anche per lo Stato: l’operazione ha fruttato, infatti, 154 milioni di euro in contributi arretrati e marche, mentre nel periodo 2010-2012 farà entrare nelle casse dell’Inps 1,3 miliardi di euro supplementari».
Il dossier sottolinea inoltre che oltre la metà degli stranieri regolari in Italia sono passati per le vie dell’irregolarità e sono stati quindi oggetto di regolarizzazioni. Sugli immigrati – sottolinea il rapporto – «non esiste alcuna emergenza criminalità, non ci distinguiamo in negativo nel confronto europeo. Mentre la vera emergenza, stando alle statistiche, è il catastrofismo migratorio, l’incapacità di prendere atto del ruolo assunto dall’immigrazione nello sviluppo del nostro paese».