Ravenna, eredità contesa: giudice cerca 339 orfane

Nei prossimi giorni il presidente del Tribunale di Ravenna si pronuncerà sulle modalità di pubblico proclama utilizzabili per informare le 339 orfane o gli eredi interessati al processo in corso per un’eredità contesa legata a un ex orfanotrofio della città romagnola.

È la conseguenza della decisione del giudice civile Massimo Vicini che nell’udienza di ieri, come anticipato da alcuni quotidiani locali, accogliendo una istanza degli avvocati delle orfane finora intervenute in aula (in tutto una quarantina) ha deciso l’integrazione del contraddittorio a tutti i nomi del registro dell’orfanotrofio Galletti-Abbiosi, istituto della centrale via di Roma aperto da fine ‘800 fino agli anni ’70 e oggi albergo di lusso. Non è escluso che possano venire usate anche inserzioni sui maggiori quotidiani nazionali visto che, sebbene la maggior parte delle orfanelle sia rimasta in Romagna, molte di loro, in seguito ad adozione o a matrimonio, si sono disperse.

È il caso della signora presentatasi solo ieri in tribunale la quale, dopo avere vissuto per decenni in America, ora abita a Torino. Ma c’è stato un contatto pure da Foggia. Tutte ora potranno costituirsi entro la prossima udienza fissata per il 24 novembre, sempre che siano in grado di dimostrare di avere vissuto nell’istituto ravennate.

La vicenda ruota attorno all’eredità che il conte Carlo Galletti Abbiosi, morto nel 1867, aveva voluto riservare al mantenimento di un orfanotrofio all’interno della sua ultima dimora di via di Roma. Il benefattore ravennate aveva lasciato un cospicuo patrimonio tra immobili e terreni.

Nel testamento erano state elencate le modalità di gestione dell’istituto. Una clausola in particolare prevedeva che, in caso di chiusura dell’orfanotrofio, l’eredità sarebbe stata trasferita alle orfane. Solo di recente alcune di loro erano venute a conoscenza del testamento. E in 16 avevano così promosso una causa di petizione di eredità. Attorno allo stesso albergo è inoltre in corso un’indagine penale per accertare se l’uso dei fondi del Giubileo sia stato corretto.

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