RAVENNA – Per due volte avevano tentato un agguato a mano armata a un pregiudicato di Forlì perché credevano che avesse fatto arrestare uno del gruppo. Tutto fallito perché la polizia, che aveva già i loro telefonini sotto controllo, è intervenuta poco prima che usassero le armi.
La vicenda la racconta l’Ansa che ricorda che alcuni quotidiani locali, martedì scorso avevano parlato del fermo
“di sei persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga e aggravata dalla disponibilità di varie armi.
Si tratta di un 46enne di Lucera (Foggia) ma residente a Ravenna e presunto capo del gruppo; di altri due foggiani di 26 e 47 anni originari di San Severo e di San Nicandro Garganico ma entrambi domiciliati a Ravenna; di un 28enne albanese domiciliato a Villanova di Ravenna; di un ravennate di 55 anni arrestato a Città di Castello (Perugia) assieme alla compagna peraltro con 50 grammi di cocaina; e di un ravennate di 35 anni incensurato.
Espliciti le frasi che alcuni di loro avevano usato per il forlivese: “Noi andiamo là e gli tiriamo due botte, se butta il sangue, butta il sangue sennò rimane seduto”. E ancora: “Lo massacriamo… deve morire”. Oppure: “Prediamo la mitraglietta“. E anche: “Nei reni, non deve camminare più”.