La crisi economica e le scelte aziendali dei grandi gruppi assicurativi mettono a rischio chiusura circa 5.000 agenzie di assicurazione, soprattutto nel Meridione, con una potenziale perdita di 25.000 posti di lavoro e di un giro d’affari di circa 10 miliardi di euro.
E con ricadute pesanti per gli utenti, a partire dall’aumento delle tariffe per le assicurazioni auto, dalla riduzione dei punti di assistenza sul territorio e quindi dalla diminuzione della qualità del servizio. È l’allarme lanciato dal sindacato nazionale degli agenti assicurativi (Sna) e dall’Unione nazionale degli agenti professionisti (Unapass), assieme alle principali associazioni dei consumatori (Adiconsum, Adoc, Adusbef, Confconsumatori, Federconsumatori e Movimento difesa cittadino).
Molti grandi gruppi assicurativi stanno affrontando la crisi con «operazioni di ristrutturazione distributiva, che si traducono in chiusura o accorpamento delle agenzie, con conseguente abbandono del territorio – spiega Massimo Congiu, presidente di Unapass – oltre ad aumenti di tariffe, disdetta del portafogli auto, dismissione delle polizze rami-danni colpite da sinistri, revoca dei mandati agli agenti assicurativi».
In particolare, sottolinea Congiu, «gli aumenti delle tariffe a due cifre annunciati dalle imprese a partire dal prossimo mese di gennaio vanno molto al di là del tasso di inflazione programmato, e contribuiranno ad aggravare il bilancio delle famiglie italiane».
La chiusura di molte agenzie di assicurazione, soprattutto al Sud, «porterà anche ad un incremento di zone ad alta illegalità, soprattutto in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia – aggiunge Giovanni Metti, presidente del sindacato assicuratori – nelle quali sarà rischioso circolare a causa dell’elevata probabilità di subire danni da parte di auto non assicurate».
Pratiche in contrasto con una recente sentenza della Corte di giustizia europea – sottolineano gli agenti di assicurazione – che ha riconosciuto come l’«obbligo a contrarre» forme di assicurazione sia particolarmente forte nel Meridione, dove riveste anche un’importante funzione sociale. E l’allarme viene rilanciato dalle associazioni dei consumatori, in questo caso in perfetta sintonia e pronte a sostenere gli agenti assicurativi.
Che con una lettera indirizzata alla Presidenza del Consiglio, all’Antitrust e all’Isvap chiedono un «tavolo di confronto» con le grandi compagnie assicurative, per «individuare insieme soluzioni a questi problemi», ed evitare che «i costi del ritorno agli utili per le imprese di assicurazione non ricadano sui cittadini o sugli agenti di assicurazione».