Reddito di cittadinanza al condannato per mafia, la truffa da 350mila euro a Monza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Novembre 2021 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA
Reddito di cittadinanza al condannato per mafia, la truffa da 350mila euro a Monza

Reddito di cittadinanza al condannato per mafia, la truffa da 350mila euro a Monza FOTO ANSA

Sessantacinque persone, tra cui un condannato per mafia, hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, per un totale di circa 350 mila euro. Le indagini della Finanza di Monza sono partite da un controllo contro le frodi, in collaborazione con l’Inps. Dei 65 denunciati, tutti residenti in provincia di Monza (in particolare tra Seveso e Seregno), di cui sei stranieri, il 35% è risultato colpito da misura cautelare personale. Tra loro anche un cittadino monzese che ha ricevuto un contributo di 8 mila euro, nonostante fosse stato condannato anche per associazione di tipo mafioso. Nell’ambito di un procedimento a carico di un’organizzazione legata all’Ndrangheta, e condannati per reati sessuali. 

Il reddito di cittadinanza ai condannati

In dieci tra i denunciati erano ai domiciliari per vari reati tra cui riciclaggio e associazione a delinquere, rapina aggravata, violenza privata e truffa, violenza di genere e revenge porn. Mentre otto erano sottoposti a interdizione dai pubblici uffici per condanne per riciclaggio, rapina e altro. Tra loro un uomo residente a Concorezzo (Monza), condannato per sfruttamento della prostituzione e detenzione di stupefacenti e uno di Mezzago, condannato violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Poi due cittadini di Biassono condannati per bancarotta fraudolenta e falso.

Le indagini

I restanti denunciati hanno falsamente dichiarato di vivere in Italia da oltre dieci anni, finto la disoccupazione, esibito cittadinanze fantasma. Tre brianzoli poi avevano da poco vinto 76 mila euro ai giochi online (dopo averne spesi circa 365 mila). Le conclusioni dell’inchiesta inviate poi anche agli uffici dell’Inps. Per i provvedimenti di decadenza, revoca, sospensione o riduzione dei benefici illecitamente erogati e l’avvio delle azioni di recupero.