Non dovrà più essere “congrua” la prima offerta che, se rifiutata, fa perdere il diritto al reddito di cittadinanza. La commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento riformulato a firma Lupi (Noi Moderati) che sopprime appunto la parola “congrua” dal testo.
La norma prevedeva infatti che i beneficiari del Reddito decadessero dal beneficio al rifiuto della prima offerta di lavoro congrua, ossia un’offerta che fosse compatibile con le esperienze e competenze maturate, che prevedesse una retribuzione superiore del 20% rispetto all’assegno e anche la distanza del luogo di lavoro dal domicilio oltre che i tempi di trasferimento (entro 80 chilometri e raggiungibile in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici). Possibilità che tra l’altro decadeva con la seconda offerta.
Tradotto: al primo rifiuto di un lavoro, anche pagato meno rispetto all’assegno o lontano da casa, si perde il reddito di cittadinanza.
Stretta Reddito di cittadinanza, ira di Conte
Una modifica che potrebbe tagliare definitivamente le gambe alla misura e che vede già sulle barricate il leader M5S Giuseppe Conte: “Siamo alla follia, in concetto di congruità era a tutela della dignità del lavoro”, ha sostenuto l’ex premier.
Parole che il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida rispedisce al mittente: “Conte di follie se ne intende”, ha detto a margine dell’Assemblea della Coldiretti, in merito alle nuove regole sul reddito di cittadinanza.
“A Conte – prosegue il ministro – bisogna ricordare, e l’obiettivo della legge di stabilità è questo, che bisogna redistribuire ricchezza, ma prima bisogna crearla e sostenere gli imprenditori, perché spendere soldi solo per raccogliere consenso, come lui ha fatto negli anni del suo mandato, è stato devastante per la nostra economia e adesso stiamo facendo lo sforzo per recuperare i danni che lui ha causato”.
Reddito di cittadinanza, Lollobrigida: “Congruità è naturale”
“La possibilità di lavorare in Italia esiste, la congruità è un fattore naturale, quello che non si può pretendere è di rendere normali le frasi che ho sentito da qualcuno: se non ho più il reddito vado a rubare”, ha detto ancora Lollobrigida.
“Prima di andare a rubare, per generazioni, i nostri nonni, i nostri padri, ci hanno insegnato che si può andare a lavorare anche accettando lavori umili – ha precisato il ministro – perché c’è una cosa strana: esistono lavori che vanno bene per gli immigrati ma non vanno bene per gli italiani? Noi importiamo schiavi quando apriamo flussi dall’estero, quindi credo che quei lavori che vengono offerti a cittadini che vengono dal resto del mondo siano dignitosi anche per coloro che dicono che andrebbero a rubare se non c’è il reddito di cittadinanza”.
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