Reggio Calabria, truffa per gli appalti ai danni di società eolica

Pubblicato il 9 Marzo 2012 - 13:12 OLTRE 6 MESI FA

REGGIO CALABRIA – I quattro imprenditori arrestati stamane dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria per avere manipolato appalti pubblici volevano subentrare alla Veolia nella quota privata della Sorical, la societa’ di gestione delle risorse idriche della Calabria, la cui maggioranza e’ detenuta dalla Regione. A rivelarlo sono stati gli investigatori incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell’operazione.

Da alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali, gli investigatori hanno sentito i fratelli Giuseppe e Carmelo Bagala’ ed i loro figli Francesco e Giuseppe parlare della volonta’ di creare una cordata di imprenditori per acquisire la quota di capitale della Sorical in mano ai privati.

Nelle loro intenzioni c’era anche quella di coinvolgere nell’operazione l’attuale presidente della stessa Sorical, l’imprenditore catanzarese Sergio Abramo. Dalle indagini non sono emersi ulteriori elementi circa questo progetto.

Il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, al suo ultimo incontro con la stampa calabrese, prima di prendere possesso della Procura di Roma, ha sottolineato come quella di oggi ”sia un’operazione importantissima. Ci sono foto e immagini che ritraggono la sottrazione delle buste con le offerte per gli appalti degli enti pubblici e la loro manipolazione. Per fortuna alcuni funzionari hanno resistito alle pressioni, anche fisiche e violente.

L’operazione incide nel vivo delle presenze illecite nell’economia che danneggia la libera concorrenza ed il mercato”. Il procuratore aggiunto, Ottavio Sferlazza, dal canto suo, ha rilevato come gli imprenditori riuscissero ad ottenere gli appalti praticando ribassi fino al 30% e come intimidissero chi faceva resistenza alle pressioni. Al riguardo l’accusa ipotizza che i quattro imprenditori siano gli autori dell’incendio delle auto di due funzionari che non si erano prestati al sistema illecito.