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Reggio Calabria: alunni indemoniati, la preside chiama l’esorcista

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Reggio Calabria: alunni indemoniati, la preside chiama l’esorcista

ROMA – Reggio Calabria: alunni indemoniati, la preside chiama l’esorcista. La scuola elementare Telesio di Reggio Calabria ha ricevuto la visita non gradita del Maligno? I fatti, tenuti prudentemente riservati ma svelati da un sito di informazione scolastica, raccontano di alunni alle prese con una sorta di seduta spiritica, di un rito satanico attinto dal gioco virale in rete Charlie Challenge e di una preside preoccupata che ha chiesto l’aiuto di un esorcista qualificato e del suo assistente.

I due esorcisti (don Piero Catalano, discepolo di don Gabriele Amorth e di Nunzio De Stefano, giovane teologo) confermano che il Diavolo esiste e che i riti satanici sono pericolosi. Agli insegnanti è stata imposta la consegna del silenzio, qualcuno però l’ha violata e ha ammesso che anche l’anno scorso la preside Marisa Guglielmina Maisano aveva segnalato il caso di “un bambino che era stato visto fare un balzo di alcuni metri e anche in quel caso si ritenne vittima del diavolo”.

Il bambino “posseduto” è stato quindi affidato alle cure di un esorcista. Ma di cosa sono accusati, cioè cosa hanno combinato, gli indemoniati alunni di età compresa tra 9 e 11 anni? Sono stati sorpresi mentre disponevano un paio di matite sul tavolo secondo le istruzioni appunto del gioco facilmente accessibile su Youtube, le matite a un certo punto iniziano a muoversi da sole, come guidate da un’entità sovrannaturale.

Il gioco, ritenuto satanico, è conosciuto come Charlie Challenge ed è diventato virale grazie a Youtube e i social network dove alcune webstar si cimentano con questo rito importato dal Messico. Per alcuni sarebbe solo una bravata adolescenziale, un trucco da illusionisti anche abbastanza grossolano. Per altri è la chiave con cui Satana entrerebbe nella vita dei giovani, ignari dei pericoli e affascinati dall’occulto, «un gioco pericoloso che può mettere a rischio la vita di chi lo esegue». (Antonio Crispino, Corriere della Sera)

 

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