Reggio Emilia, detenuto inala gas e si uccide

Pubblicato il 28 Marzo 2010 - 17:02 OLTRE 6 MESI FA

Un detenuto è morto nella casa circondariale di Reggio Emilia «dopo aver inalato il gas della bomboletta che tutti i reclusi legittimamente detengono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande, come prevede il regolamento penitenziario».

Lo ha reso noto Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato della polizia penitenziaria Sappe, precisando che l’ ora del decesso risale a mezzanotte e mezza e il fatto sarebbe avvenuto durante il cambio di turno degli agenti. Il detenuto, un tossicodipendente italiano di 47 anni, «è stato trovato dagli agenti durante il controllo – spiega il Sappe – Accanto al corpo c’era una busta di plastica che molto probabilmente l’uomo aveva usato per infilarci la testa durante l’inalazione del gas, come fanno di solito i tossicodipendenti. Nella cella c’erano altri due detenuti. Ogni detenuto, secondo il regolamento, dispone di due bombolette di gas; in quella cella, quindi, c’erano sei bombolette. È un fatto drammatico che testimonia ulteriormente la necessità di intervenire immediatamente sull’organizzazione e la gestione delle carceri, dove il numero esorbitante dei detenuti e la carenza di personale non consentono più alla polizia penitenziaria di garantire i controlli necessari. A Reggio, come in quasi tutti i penitenziari d’Italia, di notte, un solo agente controlla almeno due sezioni detentive, con circa 150 reclusi».

«Il modo in cui è morto il detenuto del carcere di Reggio Emilia – sottolinea il sindacato – ricorda quello della persona morta nel carcere di Pavia qualche anno fa; episodio per cui l’ Amministrazione penitenziaria fu condannata a risarcire i familiari con 150.000 euro. Riteniamo che sia giunto il momento di rivedere il regolamento penitenziario, al fine di vietare l’ uso delle bombolette di gas, visto che l’Amministrazione fornisce il vitto a tutti i detenuti».