Regioni rosse da lunedì 15 marzo: Lazio zona rossa o arancione? Si salvano solo Sicilia, Sardegna, Umbria e Calabria Regioni rosse da lunedì 15 marzo: Lazio zona rossa o arancione? Si salvano solo Sicilia, Sardegna, Umbria e Calabria

Regioni rosse da lunedì 15 marzo: Lazio zona rossa o arancione? Si salvano solo Sicilia, Sardegna, Umbria e Calabria

Le regioni rosse da lunedì 15 marzo saranno tante, tantissime. Quasi tutta Italia in zona rossa. Almeno, queste sono le previsioni sull’ordinanza del ministero della Salute che sarà resa nota oggi, venerdì 12 marzo. Ordinanza che si basa sul monitoraggio dell’Iss.

L’aumento dei casi nell’ultima settimana è stato sensibile, per usare un eufemismo. In pratica, dovrebbero rimanere fuori dalla zona rossa solo in quattro o cinque. Sicuramente la Sardegna, che dovrebbe restare in zona bianca. Sicuramente la Sicilia, che dovrebbe confermare la zona gialla. Praticamente certe anche Calabria e Umbria, che potrebbero essere in zona arancione.

E poi c’è il caso Lazio. Lazio in zona rossa o arancione? Attualmente è zona gialla, e per quasi tutta la durata della pandemia lo è stata. Ma l’indice Rt ha toccato quota 1,3. Questo vuol dire che i contagi sono in netto aumento. Con questi numeri c’è un forte rischio di zona rossa. Ma l’elemento decisivo saranno i posti letto in terapia intensiva. Dalla loro disponibilità dipende il futuro prossimo della regione.

Regioni rosse da lunedì 15 marzo

L’ipotesi che circola è che da lunedì 15 marzo 16 delle 20 Regioni italiane finiscano in zona rossa. Dovrebbero dunque dunque passare in rosso la gran parte delle Regioni tranne la Sardegna, che oggi è l’unica in fascia bianca. E poi la Sicilia, la Calabria e l’Umbria. In dubbio anche la sorte del Lazio, che potrebbe diventare lunedì arancione e non rossa. 

Autocertificazione zona rossa da lunedì 15 marzo: scarica il modulo in PDF

Autocertificazione zona rossa da lunedì 15 marzo: scarica il modulo in PDF.

Regioni in zona rossa da lunedì 15 marzo: scuole, bar, ristoranti, negozi, spostamenti

Ma cosa significa in concreto la zona rossa per la maggior parte delle Regioni da lunedì 15 marzo? Sarà di fatto un lockdown. Scuole di ogni ordine e grado in didattica a distanza. Bar, ristoranti e negozi chiusi. Spostamenti limitati, cioè possibilità di uscire da casa solo per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità. Nessuna possibilità di andare a trovare parenti e amici una volta al giorno.

I dati ufficiali arriveranno solo dopo la riunione della cabina di regia e la validazione da parte del Comitato tecnico scientifico. Ma la tendenza è già chiarissima tanto che diversi presidenti di Regione hanno annunciato loro stessi il passaggio in zona rossa.

Nuovo Dpcm con nuove restrizioni

Prima però della firma del ministro della Salute Roberto Speranza sulle ordinanze che delineeranno la nuova mappa dei colori dell’Italia a partire da lunedì, il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, lo stesso Speranza e il Cts incontreranno le Regioni assieme ai rappresentanti di Comuni e Province. Una riunione informale che servirà all’esecutivo per illustrare le misure che dovrebbero essere approvate dal Cdm con un decreto legge. Anche se in un primo momento si era ipotizzato un disegno di legge. La velocità con cui corre il virus ha obbligato però il governo a scegliere una strada più veloce.

Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa. E la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale. Dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta.

Discussione ancora aperta invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell’Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all’1) e sul coprifuoco anticipato. Quel che è già abbastanza chiaro a tutti, in ogni caso, è che i dati del monitoraggio combinati con le nuove misure proietteranno gran parte dell’Italia in zona rossa.

Quali regioni rischiano la zona rossa da lunedì 15 marzo: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli, Marche, Veneto, Trento, Bolzano, Abruzzo, Toscana, Liguria, Puglia, Valle d’Aosta

A Basilicata, Campania e Molise, già rosse da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400) , Friuli Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250). E, con ogni probabilità, Veneto, che ha un Rt sopra 1,25 e uno scenario in netto peggioramento, provincia di Trento e Bolzano, che hanno un’incidenza sopra i 300 casi, Abruzzo e Toscana, Liguria, Puglia e Valle d’Aosta.

Il Lazio è al lmite tra l’arancione e il rosso, Mentre Umbria e Calabria dovrebbero rimanese in arancione. In queste ultime due regioni rimarranno aperti gli esercizi commerciali. Mentre si potrà prendere il caffè al bar e mangiare a pranzo al ristorante solo in Sicilia e in Sardegna. La prima è l’unica regione che rimarrà in zona gialla mentre la Sardegna per la seconda settimana consecutiva sarà in zona bianca. Cioè quella in cui sono previste la possibilità di aprire tutte le attività.

Le restrizioni a livello locale

Alle misure nazionali si affiancheranno poi quelle locali. Saranno i presidenti di regione a dover adottare – come già fatto per la chiusura delle scuole – le ordinanze quando province o comuni superano la soglia di 250 casi ogni 100mila abitanti. In molti hanno comunque anticipato le indicazioni del governo.

Dopo aver disposto il coprifuoco alle 19, prima grande città in Italia, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha chiuso anche giardini e parchi pubblici. La stessa misura adottata da Vincenzo De Luca per tutta la Campania.

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