Riaprono le scuole, si alza il sipario, si scopre la riforma Gelmini, meno insegnanti e più severità

La prima campanella si avvicina per i circa 8 milioni di studenti italiani, che tra poco più di una settimana torneranno sui banchi di scuola.

A fare i conti con le novità introdotte dalla riforma Gelmini, quest’anno, saranno soprattutto gli alunni delle superiori, “riordinate” dai nuovi regolamenti ministeriali all’insegna della riduzione degli indirizzi, delle discipline, delle ore di lezione e della cancellazione delle vecchie sperimentazioni.

Se nei licei la “rivoluzione” riguarderà solo le prime classi, negli istituti tecnici il taglio delle ore di lezione (da 36 a 32 settimanali) interesserà anche le classi superiori, ad eccezione delle quinte, mentre nei professionali le prime partiranno a 32 ore, mentre le seconde e le terze scenderanno a 34.

Ad attenderli al ritorno delle vacanze, dietro la cattedra, i ragazzi troveranno moltissimi insegnanti in meno, senza contare le copiose perdite registrate tra il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata).

Solo alle superiori (dati Flc-Cgil) scompariranno 13.700 dipendenti, la fetta più grande dei 41 mila posti di lavoro complessivamente tagliati per l’anno scolastico 2010-2011 (26 mila docenti e 15 mila Ata).

Una mannaia che si abbatte per il secondo anno consecutivo sul mondo della scuola pubblica, per effetto dei tagli triennali previsti dalla “famigerata” legge 133/08. Ai numeri sopra citati vanno, infatti, aggiunti i 57 mila posti di lavoro già tagliati lo scorso anno (42 mila docenti e 15 mila Ata).

Tornando alle superiori, oltre ai nuovi indirizzi e programmi, gli studenti dovranno fare i conti con il giro di vite su crediti e assenze, voluto dal Ministro che ha fatto del “rigore” la propria bandiera, pretendendo il 6 in tutte le materie per l’ammissione alla Maturità e l’8 per poter raggiungere la lode.

In particolare, da settembre, come riporta Il Messaggero, per i ragazzi delle classi terze e quarte sarà più difficile raggiungere un numero alto di crediti e dunque un buon punteggio di partenza per l’esame di Stato.

Il regolamento sulla valutazione varato lo scorso anno dal ministro Gelmini prevede, infatti, che per ottenere il massimo dei punti (e cioè otto per ciascun anno) serva una media compresa tra il 9 e il 10, impresa quanto mai ardua dal momento che moltissimi professori ancora si rifiutano di utilizzare tutta la scala dei voti.

Sempre da settembre, inoltre, chi non frequenterà almeno i tre quarti dell’orario annuale rischierà la bocciatura. Basterà, insomma, rimanere assenti per più di 50 giorni per essere esclusi dallo scrutinio finale, tranne in non meglio specificati “casi eccezionali”.

In attesa dell’introduzione del test nazionale Invalsi (e cioè di una terza prova unica, standard, in tutte le scuole d’Italia) alla Maturità, come già accade nell’esame di Stato del primo ciclo, da settembre avrà inizio la sperimentazione, in mille scuole medie scelte a campione, del doppio test, a inizio e fine anno.

Cinquantamila ragazzi delle medie saranno esaminati a settembre sia in italiano che in matematica, come già accade a maggio per gli studenti di seconda e quinta elementare e per quelli di prima media.

Entro il 2013 i test Invalsi riguarderanno tutte le scuole medie e superiori, anche se sulla loro “oggettività” nella valutazione della preparazione degli studenti sono già sorte numerose polemiche.

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