NAPOLI, 14 SET – ''Ghedini proposte al presidente di accertare tramite me che sono difensore di Tarantini se tale somma fosse già stata versata a Tarantini, e ciò perché se per caso non l'avesse ancora ricevuta si poteva bloccare l'operazione''. A dichiararlo è l'avvocato Giorgio Perroni, ex legale dell'imprenditore pugliese, ascoltato dai pm di Napoli e di Lecce come testimone il 9 settembre scorso, dopo aver preso visione del decreto del gip di Napoli che ha rimosso il segreto professionale.
Di gran parte della somma di 500mila euro elargiti dal premier a Tarantini, secondo gli inquirenti, si sarebbe impossessato il direttore dell'Avanti Valter Lavitola.
''Il presidente – dice Perroni – accettò la proposta di Ghedini e dunque mi chiese di chiedere a Tarantini se avesse ricevuto i 500mila euro. Io così feci e Tarantini mi rispose di no; io di tanto informai Ghedini''.
Alla domanda dei pm sul perché Perroni e Ghedini considerassero inopportuna l'elargizione di denaro a Tarantini, il penalista risponde: ''Basta vedere quello che è successo: non c'è dubbio che tale dazione poteva essere equivoca. Il presidente però in quella occasione era assolutamente tranquillo, dal momento che lui disse che si trattava di un semplice aiuto economico che aveva ritenuto di corrispondere ad una persona in difficoltà senza chiedere nulla in cambio''.