Ricatto, Berlusconi "può essere sentito solo come teste"

NAPOLI, 15 SET – La linea della procura resta ferma: i magistrati sono tuttora intenzionati ad ascoltare Silvio Berlusconi come persone informata dei fatti nell'inchiesta sul presunto ricatto ai suoi danni. E anche la domanda resta sempre la stessa e ancora senza risposta: il premier si farà interrogare? Anche oggi non si è raggiunto alcun elemento di chiarezza sulla questione che ha innescato negli ultimi giorni l'ennesima querelle nel dibattito politico.

La sensazione che si coglie negli ambienti di Palazzo di Giustizia, a Napoli, è che il premier sia determinato a sottrarsi al faccia a faccia con i pm ritenendo sufficiente a chiarire i fatti, come ha fatto sapere attraverso il suo legale, la memoria scritta consegnata martedì scorso ai magistrati. Un documento in cui scagiona di fatto gli indagati – Gianpaolo Tarantini, la moglie Angela Devenuto e Valter Lavitola – ribadendo di non essere stato mai ricattato, ma di aver consegnato forti somme di denaro in contanti per venire incontro alle esigenze economiche dei coniugi Tarantini che stavano vivendo un momento di grande difficoltà.

''Dopo il suo arresto – afferma Berlusconi nel memoriale – Tarantini e la moglie mi scrissero accorate lettere inviatemi presso la segreteria di Roma. Tarantini protestava la propria estraneità alle accuse che gli venivano mosse, si scusava per il disagio che mi aveva procurato, si lamentava per il trattamento mediatico e giudiziario che gli veniva riservato. Sia lui sia la moglie mi fecero sapere che erano in gravissime difficoltà economiche''.

''Tarantini e la moglie – prosegue il premier – mi fecero pervenire più volte lettere in cui presentavano la gravità della loro situazione economica, chiedendomi anche aiuto per finanziare la loro azienda e per evitare il fallimento. Lo stesso Lavitola mi segnalò una situazione di disperazione di una famiglia che era passata dalla vita agiata a grandi ristrettezze, che avevano coinvolto anche il fratello, con la sua famiglia, la madre e altri familiari. Mi si rappresentò quindi una situazione personale e familiare difficilissima, con anche il rischio che Tarantini mettesse in atto episodi di autolesionismo. La situazione era altresì aggravata dalla presenza di due figlie ancora piccole. Insistettero anche tramite Lavitola per un aiuto economico''. Che Berlusconi concesse.

Per il legale del premier, l'avvocato Niccolò Ghedini, gli inquirenti devono solo prendere atto di quanto afferma Berlusconi e non possono formulare ulteriori domande. E' quanto si evince dalla lettura dell'istanza, presentata da Ghedini nei giorni scorsi in procura, in cui si sottolinea che il presidente del Consiglio non può essere interrogato come testimone bensì come persona indagata in un procedimento connesso – il processo 'Ruby' davanti al Tribunale di Milano – e come tale ha diritto all'assistenza di un difensore e può anche avvalersi della facoltà di non rispondere.

Una richiesta che è stata bocciata dai pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock: Berlusconi – dicono i magistrati – può essere convocato solo come teste in quanto non vi è alcuna connessione tra l'indagine in corso a Napoli e la vicenda giudiziaria all'esame del Tribunale di Milano.

Resta da capire, e non è questione di poco conto, quale potrebbe essere l'atteggiamento della procura se, una volta scaduto il calendario delle date indicate per l'interrogatorio (tutti i giorni fino a domenica sera) si dovesse perpetuare tale impasse. Si avvierebbero cioè procedure per l'accompagnamento coatto, investendo della questione il Parlamento? I magistrati si limitano a dire che i contatti con i legali del Cavaliere sono tuttora in corso.

C'è sul tappeto un'altra questione sottolineata da Berlusconi attraverso l'avvocato Ghedini, quella della competenza territoriale. Ghedini ha formalmente sostenuto il caso deve essere trattato dall'autorità giudiziaria di Roma. Per la verità gli stessi pubblici ministeri sono convinti che il processo non debba restare a Napoli ed è prevedibile, che una volta stabiliti con esattezza il luogo delle ''dazioni'', il fascicolo sarà trasmesso in una diversa sede.

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