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Riscossione del bollo auto, nell’inchiesta spunta il nome di Riccardo Bossi

di luiss_vcontursi |29 Novembre 2012 15:07

Riccardo Bossi

TORINO – Non è indagato ma, secondo l’agenzia Ansa, ci sarebbe anche il nome di Riccardo Bossi, pilota di rally, nell’inchiesta dei carabinieri sul servizio di riscossione del bollo auto in Piemonte che ha portato a 15 arresti. L’ambito è quello delle sponsorizzazioni di Gec, società al centro dell’indagine, nel mondo dei rally: un filone marginale della vicenda che però il gip Giuseppe Salerno, nell’ordine di custodia cautelare, ritiene meriti ”sicuro approfondimento”.

Il nome del figlio di Bossi è accostato a quello di un rallista cuneese, Luca Betti. ”Dalle indagini – scrive il gip – è emerso che la Gec paga circa 100 mila euro all’anno per sponsorizzare l’auto di Betti, sulla quale compaiono sia il logo di Gec che quello della Regione Piemonte (che è parte integrante del logo Gec, ndr) e che parte di questo denaro viene restituito da Betti per consentire a Gec di formare un fondo nero utile per i pagamenti riservati”. Betti, si legge nell’ordinanza, ha restituito fra i 70 e i 75 mila euro nelle mani di un dirigente di Gec, in modo che questi creasse una provvista di fondi neri da utilizzare per tangenti e regalie ai pubblici funzionari. Il giudice si dice del parere che, per quanto riguarda le sponsorizzazioni a Betti, c’è ”la possibilità” che ”parte dei fondi fossero comunque destinati a Riccardo Bossi, figlio di Umberto Bossi”.

Si parla di Riccardo in una conversazione intercettata dai carabinieri il 30 settembre 2011. Aldo Magnetto, direttore generale di Gec, ne parla con Alessandro Otella, amministratore, il vicepresidente Franco Giraudo e il presidente onorario Giovambattista Rocca. Magnetto: ”Dovrei dare una risposta a Betti. Lo rinnoveremo, Betti. Il problema era questo, il ragazzo di Milano, il figlio di …”. Otella: ”Bossi”. Magnetto: ”Quando ci siamo incontrati lui gli aveva detto che gli avrebbe offerto un rally che è in Svizzera, il rally della Vallee. Mi ha detto che costa diecimila euro … la solita cosa, dicendo che siamo noi e quant’altro. E allo stesso modo così se deliberiamo a novembre, dicembre esecutivo, a gennaio gli faccio già il primo bonifico”. Secondo il gip ”il riferimento ‘alla solita cosa’ autorizza l’ipotesi che vi siano state in passato diverse sponsorizzazioni a vantaggio del figlio di Bossi, effettuate in modo che questi sapesse che Gec era il finanziatore”.

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