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Riccardo Viti, parla l’agente che lo fermò: “L’assassino della porta accanto”

di Gianluca Pace |10 Maggio 2014 15:05

Riccardo Viti

FIRENZE – “Mi è salita una sensazione dalla schiena, e ho sentito che mi attraversava il corpo fino ad arrivare alla testa”. Così l’assistente capo della polizia di Stato Paolo De Giorgi ha raccontato il momento in cui si è ricordato di un intervento per una lite tra un cliente e una prostituta che aveva fatto nel maggio 2012 quando era in servizio alla squadra volante. Quel cliente, identificato nell’occasione, era proprio Riccardo Viti.  

De Giorgi ieri era fra gli agenti presenti al momento dell’arresto dell’idraulico cinquantacinquenne: “Lui non mi ha riconosciuto, io sì” ha detto il poliziotto. “La stessa persona, non ha cambiato fisionomia. Un uomo normale, l’assassino della porta accanto”.Il ricordo dell’agente, spiegano gli inquirenti, ha dato un contributo fondamentale alle indagini.

“Erano circa le 5 di mattina ha raccontato parlando con alcuni cronisti-. Con un collega eravamo fermi in piazza Gaddi quando abbiamo notato un furgone con all’interno una ragazza che urlava. Abbiamo proceduto al controllo e constatato che la ragazza era una prostituta tossicodipendente. Il cliente diceva che non voleva più avere un rapporto con lei perché aveva visto che era drogata. La voleva far scendere dal mezzo e la ragazza invece voleva 80 euro”. Nell’occasione, ha affermato, Viti mostrò un atteggiamento “molto tranquillo”. “Quando leggevo i giornali e i colleghi mi chiamavano per raccontarmi di questo omicida mi è tornato alla memoria il fatto. Allora ho chiamato il mio dirigente, gli ho spiegato la situazione e sono stati fatti tutti gli accertamenti su Viti”.

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