Riccardo Viti resta in carcere: “La prostituta mi implorava di smettere”

Riccardo Viti resta in carcere: "La prostituta mi implorava di smettere"
Riccardo Viti, il maniaco di Firenze (foto Lapresse)

FIRENZE – Riccardo Viti, il maniaco di Firenze, resta in carcere. Secondo il Gip era capace di intendere e di volere, per questo il fermo nei suoi confronti è stato convalidato. Anzi, lo stesso Viti avrebbe ammesso davanti al giudice che la prostituta Andrea Cristina Zamfir lo implorava di smettere (la ragazza rumena è morta crocifissa sotto un cavalcavia).

Viti è accusato di aver ucciso la prostituta, seviziandola e legandola ad una sbarra. I domiciliari sono stati “ritenuti inadeguati”. Perché “grazie ai familiari potrebbe eluderne le prescrizioni”

Viti consapevole

Viti è capace di intendere e volere ed era consapevole di ciò che stava facendo. Con queste motivazioni il gip di Firenze, Anna Donatella Liguori, ha convalidato il fermo e la misura cautelare in carcere. Viti è accusato di omicidio volontario (per dolo eventuale), aggravato dal fatto che sia avvenuto in conseguenza di una violenza sessuale, e di sequestro di persona.

Secondo il gip, sussiste il pericolo di fuga per la gravità dei fatti di cui è accusato Viti, per la modalità con cui è avvenuto l’omicidio, per il fatto che dal 2000 chiede alle prostitute rapporti sessuali sadomaso oltre che per la circostanza che la moglie ha un passaporto straniero.

Riguardo alla capacità di intendere e volere, secondo il gip le dichiarazioni rese da Viti sia al pm sia durante l’interrogatorio di convalida dimostrano lucidità e coerenza. Anche il fatto che sia dispiaciuto testimonia che fosse consapevole di ciò che stava facendo.

“Lei mi implorava di smettere”

“Mi implorava di smettere” e quando mi sono accorto di cosa stava succedendo “ho subito pensato ai miei genitori”, ha detto Riccardo Viti durante l’interrogatorio dal gip.

“Sono molto pentito – ha detto Viti – vorrei poter tornare indietro”. Viti ha poi ricordato le urla della ragazza spiegando di essere fuggito

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia Riccardo Viti ha detto che “darebbe la sua vita per poterla ridare a quella ragazza”. A riferirlo è stato il suo difensore, l’avvocato Alessandro Benelli.

L’altra prostituta salva grazie a un cane

Pensa di essersi “salvata” per l’abbaiare di un cane e il rumore di alcuni passi che hanno messo in fuga Viti: questo ha detto la prostituta che ha denunciato di essere stata seviziata nel marzo scorso dall’uomo. “Sarei morta anche io” ha detto la donna all’avvocato Nicodemo Gentile che la rappresenta come persona offesa.

“Viti – ha aggiunto – mi ha seviziato ma poi è stato messo in allarme da un rumore di passi e dall’abbaiare di un cane”. Secondo il suo avvocato, il racconto della prostituta ha “ampi e oggettivi riscontri”.

“Viti è un ladro di sesso” ha detto l’avvocato Gentile. “Si è infatti presentato alla mia assistita e a tutte le altre donne – ha aggiunto – in maniera assolutamente normale. Poi, contro la sua volontà, l’ha immobilizzata, violentata e seviziata. Non c’era assolutamente alcun consenso – ha concluso l’avvocato Gentile – a pratiche aberranti e violente”.

Gestione cookie